Recensione film “Il sacrificio del cervo sacro” per la regia di Yorgos Lanthimos
Dentro il cuore di un ricatto
Colpevole di negligenza, un cardiochirurgo di fama (Farrell) è ricattato dall’orfano del paziente, un adolescente con il potere di imporgli un “saldo” spaventoso. Nota sul greco Lanthimos, abbonato a premi festivalieri (ma il nome può non dire nulla in sala): nelle relazioni umane vede estremi di corruzione immedicabile e gli piace studiarle in un gioco simbolico di pene, castrazioni, vendette, simulazioni, in micro comunità esemplari (la famiglia esule dal mondo di “Dogtooth”, gli infermieri delle emozioni di “Alps”, le coppie vincolate, salvo la morte, di “The Lobster”). La società che vede è la nostra, ma già distopica, e spinta in un sistema mitico, surreale, legato alla tragedia classica. Come l’enigmatico visitatore del “Teorema” di Pasolini, lo spietato Martin incarna un desiderio infiltrato nella vita borghese di una bella casa, in questo caso è l’insano desiderio di coniugare responsabilità e ritorsione. Lanthimos è attaccabile proprio dove non gli importa di essere attaccato: l’accanito, autosufficiente meccanismo del suo cinema, che può coinvolgere fino in fondo.
Silvio Danese
Titolo originale: The Killing of a Sacred Deer
Nazione: Regno Unito, U.S.A.
Anno: 2017
Genere: Drammatico
Durata: 109′
Regia: Yorgos Lanthimos
Cast: Colin Farrell, Nicole Kidman, Barry Keoghan, Raffey Cassidy, Sunny Suljic, Bill Camp, Denise Dal Vera, Alicia Silverstone