Prima visione: Il mio Godard


Recensione film “Il mio Godard” per la regia di Michel Hazanavicius

AMORE E POLITICA DEL CINEASTA
Premessa. Jean-Luc Godard è tra i più grandi cineasti, «abitato dal cinema» tanto quanto lo ha combattuto per reinventarlo. Qui si fa quasi parodia involontaria (ma già il ’68 era di per sé parodistico) della tranche più discutibile della sua vita, intransigente, ideologica, elitaria, con il cinema politico, il maiosmo, le manifestazioni, il blocco di Cannes, secondo l’autobiografia (“La Redoutable”) della moglie 20enne Anne Wiazemsky, innamorata, schiacciata, delusa. Godard ossessivo, sgradevole, geloso. E il suo cinema? E la rivoluzione dell’inventore? Garrel e la Martin somigliano, evocano, spiluzzicano il tempo. Hazanavicius, premio Oscar (“The Artist”) e molti chili di mediocrità, dirige tra ammirazione, rifiuto e citazione. Sta a galla come melò matrimoniale di doloroso egocentrismo.

Silvio Danese

Titolo originale: Le Redoutable
Nazione: Francia
Anno: 2017
Genere: Drammatico, Romantico, Biografico
Durata: 107′
Regia: Michel Hazanavicius
Cast: Louis Garrel, Stacy Martin, Bérénice Bejo, Micha Lescot, Grégory Gadebois, Félix Kysyl, Arthur Orcier, Marc Fraize, Louise Legendre, Romain Goupil, Jean-Pierre Mocky, Guido Caprino

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