Il Medioevo da Ugo Capeto a Giovanna d’Arco
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V. Il villaggio
69 L’aggregazione di queste case sarebbe divenuta essa stessa il nucleo di una cellula, il territorio, progressivamente ordinato sulla rete viaria da una sensata ripartizione delle parcelle di campi, di prati, di vigne e di spazi lasciati allo sfruttamento collettivo. Una simile coagulazione si sarebbe operata intorno a un punto d’insediamento, talvolta la grande dimora fortificata, il castello, più spesso la chiesa parrocchiale e il suo atrium, ossia il suo cimitero. Da lunga data i morti erano raggruppati. Essi riposavano uno accanto all’altro, ma lontano dai luoghi abitati. Il cimitero fu spostato tra l’alto Medievo e il XII secolo, fu trasportato accanto alla chiesa; nella chiesa i defunti non entrarono, ma si affollarono contro i suoi muri esterni. Ci si può domandare se il loro raggrupparsi nei pressi della chiesa non abbia preceduto quello dei viventi, se di conseguenza l’istituzione parrocchiale, quadro di un nuovo tipo di relazioni sociali che si estendevano tanto quaggiù quanto nell’altro mondo, associando strettamente nell’attesa della resurrezione i vivi e i morti, non sia stato il catalizzatore più potente. |
Titolo: Il Medioevo da Ugo Capeto a Giovanna d’Arco (987-1460)
Autore: Georges Duby
Traduttore: Viano Marogna G.
Editore: Laterza
Collana: Storia e società
Prezzo: € 19.63
Data di Pubblicazione: Gennaio 1993
ISBN: 8842041351
ISBN-13: 9788842041351
Pagine: 496
Reparto: Storia > Storia regionale e nazionale > Storia d’Europa