Il Maestro e Margherita
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– Crede? – urlò Fagotto, socchiudendo gli occhi per meglio vedere il loggione. – In questo caso anche lei fa parte della nostra banda, perché anche lei ha il mazzo in tasca.
Nel loggione vi fu un subbuglio e si udí una voce gioiosa:
– È vero! Lo ha proprio! Qui, qui!… Aspetta! Ehi, ma sono biglietti da dieci rubli!
Quelli che sedevano in platea si voltarono. Nel loggione, un signore, sconcertato, si era trovato in tasca un pacchetto confezionato col sistema delle banche, con la scritta: «Mille rubli». I vicini gli si rovesciavano addosso, mentre lui, smarrito, grattava con l’unghia la copertina, cercando di capire se erano banconote autentiche o magiche.
– Giuro che sono veri! Soldi veri! – gridavano gioiosamente dal loggione.
– Farei anch’io una partita a carte con un mazzo del genere, – propose con allegria un grassone seduto in platea.
– Avec plaisir! – rispose Fagotto. – Ma perché con lei solo? Tutti prenderanno parte vivissima! – E ordinò: Prego di guardare in alto!… Uno! – Nella sua mano apparve una pistola; gridò: – Due! – La pistola si puntò verso l’alto. Gridò: – Tre! – Lampeggiò, tuonò, e di colpo cominciarono a cadere in sala, da sotto la cupola, e svolazzando tra i trapezi, dei biglietti bianchi.
Volteggiavano, si sparpagliavano, cadevano nel loggione, si riversavano sull’orchestra e sul palcoscenico. Alcuni secondi dopo, la pioggia di denaro s’infittí, raggiunse le poltrone, e gli spettatori cominciarono ad afferrare i biglietti.
Si alzavano centinaia di mani, gli spettatori guardavano i biglietti contro la luce del palcoscenico e riconoscevano la filigrana più autentica e più sacrosanta. Anche l’odore non lasciava adito a sospetti: era il delizioso odore inconfondibile del denaro appena stampato. Dapprima l’allegria, poi lo stupore invase l’intero teatro. Dovunque ronzava la parola: «Denaro, denaro», si sentivano esclamazioni e allegre risate. Qualcuno era già a quattro zampe nel passaggio tra le poltrone, frugava sotto i sedili. Molti erano saliti sulle poltrone per acchiappare le banconote sventate e capricciose.
Sui volti dei poliziotti cominciò a dipingersi la perplessità, mentre gli artisti, senza tanti complimenti, cominciarono a sbucare dalle quinte.
Dal primo ordine di palchi si udì una voce: «Perché la pigli? E mia, è da me che volava!» e un’altra: «Non spingere, se no te lo do io uno spintone che vedi!» E a un tratto si udì il rumore di uno schiaffo. Immediatamente apparve nei palchi l’elmetto di un poliziotto, e qualcuno fu condotto via.
L’eccitazione generale stava aumentando, e non si sa come sarebbe andata a finire, se Fagotto non avesse interrotto la pioggia di denaro soffiando all’improvviso in aria.
Due giovanotti, dopo essersi scambiati un’occhiata allegra e significativa, lasciarono i propri posti per andare dritti al bar. Il teatro rumoreggiava, gli occhi di tutti gli spettatori brillavano di eccitazione. No, non si sa come sarebbe andata a finire, se Bengal’skij non avesse trovato in sé un po’ di forza e non si fosse mosso. Cercando di padroneggiarsi meglio, si fregò le mani per consuetudine, e con la voce piú sonora di cui disponesse disse così:
– Ecco, signori, abbiamo appena visto un caso di cosiddetta ipnosi collettiva. Un’esperienza prettamente scientifica, che dimostra nel modo migliore che nella magia non esistono miracoli.
Vogliamo ora pregare il maestro Woland di spiegarci questo trucco. Adesso, signori, vedrete che queste, che sembrano banconote da dieci rubli, scompariranno all’improvviso come sono apparse.
Applaudì, ma in completa solitudine, e sul suo volto aleggiava un sorriso sicuro, ma negli occhi questa sicurezza era assente, anzi, essi esprimevano piuttosto un’implorazione.
Al pubblico, il discorso di Bengal’skij non piacque. Sopraggiunse un silenzio totale, che fu interrotto da Fagotto.
– E questo è di nuovo un caso di cosiddetta bugia, – dichiarò egli con alta voce tenorile da caprone; – le banconote, signori, sono autentiche.
– Bravo! – ringhiò brevemente una voce di basso dal loggione.
– A proposito, questo tipo, – Fagotto indicò Bengal’skij, – mi ha stufato. Ficca il naso dappertutto senza esserne richiesto, rovina lo spettacolo con osservazioni sballate.
Titolo: Il Maestro e Margherita
Autore: Michail Bulgakov
Prezzo copertina: € 10.00
Editore: Feltrinelli
Collana: Universale economica. I classici
Edizione: 4
A cura di: M. Crepax
Data di Pubblicazione: febbraio 2014
EAN: 9788807900143
ISBN: 8807900149
Pagine: 552