Teatro: Il Gino e la Gilda al Teatro Gerolamo


Andare al Teatro Gerolamo e assistere a uno spettacolo che vi si tiene equivale a compiere qualcosa che le leggi della fisica non potrebbero consentire: un viaggio nel tempo.
A buon diritto definito una Scala in miniatura il Gerolamo è un gioiello architettonico che regala nella sua intima preziosità suggestioni senza pari. Data di nascita 1868 – dotato in origine di due ordini di palchi, un loggione e una platea per una capienza globale di 600 posti – quindi oltre un secolo e mezzo di vita, un tempo colmo di spettacoli, avvenimenti, traversie e gioie, vicissitudini, riprese, abbandoni e rinascite.
Nella sala di piazza Beccaria, costruita, a quanto pare, anche con i materiali di scarto e recupero della Galleria Vittorio Emanuele – con un esito scintillante, a ben vedere – si sono avvicendate compagnie e artisti di prestigio: dal marionettista Giuseppe Fiando agli interpreti della commedia dialettale milanese e agli stessi membri della Scapigliatura, movimento letterario di estrema novità. Il Gerolamo sarebbe poi divenuto la casa della celeberrima compagnia marionettistica Carlo Colla & Figli. Fino al 1957, anno della prima chiusura, dato il degrado materiale incombente. Ma già l’anno dopo il Gerolamo, grazie anche alla indefessa opera di Paolo Grassi, riapre con uno spettacolo dell’immenso Eduardo De Filippo. Ecco una successione di chi, fra gli altri, vi si è esibito: Franca Valeri, Lilla Brignone, Tino Buazzelli, Jean-Louis Barrault, Paolo Poli, Milly, Enzo Jannacci, Dario Fo con l’inseparabile Franca Rame, Ornella Vanoni, Domenico Modugno, Maurizio Micheli e Rosalina Neri (sotto la direzione dell’indimenticabile Umberto Simonetta, drammaturgo, paroliere, scrittore di gran rango). Nel 1983 cade la seconda chiusura, ma il 2017 è l’anno della riapertura definitiva. Citiamo: “… il teatro viene recuperato e messo a disposizione della città di Milano per iniziativa privata della Società Sanitaria Ceschina, proprietaria da circa un secolo dello stabile che ospita il Gerolamo. La Società ha provveduto ai lavori di restauro, proseguiti per sei anni e improntati all’idea di conservare e consolidare quanto era possibile recuperare della struttura originaria e del suo splendore. Il Gerolamo oggi conta 209 posti complessivi e numerosi nuovi spazi: una sala caffetteria, uno spazio per conferenze, mostre e proiezioni al piano terra, una piccola sala con un pianoforte e biblioteca.”
E il cartellone in questo luogo di cultura è tornato a essere ricco, vario e prestigioso, oltremodo stimolante: teatro (dialettale, comico e tanto altro, vedi, per esempio, il drammaticissimo spettacolo L’avversario tratto da un’opera di Emmanuel Carrère), concerti, recital, marionette, persino un circo di stampo ottocentesco, cabaret, giornate-tributo, danza.
Sabato 18 maggio (ore 20) sarà la volta de Il Gino e la Gilda, una “travagliata storia d’amore” proposta sotto forma di “teatro canzone liberamente ispirato al racconto introduttivo de La Gilda del Mac Mahon” di quel genio che fu Giovanni Testori. Nel corpo della rappresentazione aleggeranno i brani – L’Armando, El portava i scarp de tennis, Veronica, M’hann ciamà et alia – di un altro grande milanese,  il medico-cantautore Enzo Jannacci, per l’esecuzione del gruppo Emilio e gli Ambrogio. Si tratta di… “Una storia di emarginazione e povertà ambientata a Milano: la Gilda, sinuosa e provocante, si innamora di un balordo, il Gino, piccolo criminale il quale, provenendo da una vita fatta di piccoli espedienti e losche attività, grazie alla relazione con questa affascinante e conturbante donna inizia a condurre una vita brillante e piena di agi. Ma la natura del Gino è balorda, così finisce in carcere, dove viene mantenuto dalla Gilda che non esita a vendere il corpo per il suo uomo. Una volta uscito di prigione il Gino ripudia la Gilda e, anziché mostrarsi grato, chiude la relazione e decide di rifarsi una vita voltando le spalle all’unica persona che aveva saputo veramente amarlo. Ma la Gilda è più forte degli insulti e delle offese che la vita le rivolge; le strade dei due singolari amanti si separano sino al tragico epilogo: quando la polizia, dopo aver trovato la Gilda morta in un parco frequentato da prostitute e dai loro clienti, convoca il Gino per il riconoscimento della salma.”
Una trama esistenziale straziante, struggente, di sacrificio, “sensi di colpa, squallore e solitudine”, un profluvio di S a definire la curva e sibilante linea dei giorni, fra occasioni perdute e, nonostante tutto, il profumo di rosa di un amore puro, potente.
Nel cast: Emilio e gli Ambrogio,  con la voce narrante e cantante di Emilio Sanvittore, la chitarra di Marco Cazzaniga, Alessio Pamovio al pianoforte, Nicola Caldirola al basso e Davide Spada alla batteria. Regia a cura di Emilio Sanvittore e del poliedrico e sempre sorprendente Bruno Graceffa, un nome storico che fa piacere rivedere all’opera in un allestimento tanto importante.
Durata dello spettacolo: 80 minuti senza intervallo. Da vedere senza indugio alcuno.
Segnaliamo altresì nel prosieguo della stagione: domenica 19 maggio (ore 16), Carlo Porta e la Ninetta del Verzee-Versione integrale originale, Canzoni, parole e poesia; giovedì 23 maggio (ore 20), Donna non rieducabile-Un viaggio negli occhi di Anna Politkovskaja; sabato 25 maggio (ore 20), Un posto al Soul; domenica 26 maggio (ore 16), Stravaganti universi. Brevi racconti di Fredric Brown. Divertimento, satira sociale, impegno civile, musica, fantascienza… Non manca alcunché!

Per info e prenotazioni: uffici, tel. 0236590120 (lun-ven 10-18); biglietteria,  tel. 0245388221 (sab 16,30-20,30/dom 12,30-16,30). La biglietteria è aperta nei giorni di spettacolo a partire da tre ore prima dell’inizio della replica in programma (feriali 16,30-20,30/dom 12,30-16,30). Sito Internet: www.teatrogerolamo.it.

Alberto Figliolia

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