Recensione film “Il cliente” di Asghar Farhadi
Metti una sera Pinter a Teheran
Nel cinema iraniano al alto tasso di realismo Farhadi è l’analista della coppia, una sorta di Cassavetes di Teheran, in una cultura diversa mai svincolata dalla superiorità recriminatoria, di fondo “machista”, dell’uomo. Nel gusto di darci un’impressione forte, d’immersione, nella contingenza di marito e moglie in temporaneo trasloco per ristrutturazione della casa, ci mette un bel po’ ad accendere i motori e raggiungere i punti cruciali per cui questo nuovo film del premio Oscar (“La separazione”) vale: attore e attrice di una compagnia che sta provando “Morte di un commesso viaggiatore”, dunque impegnati alla disamina di contraddizioni di un mondo che cambia ed emargina, Emad e Rana affrontano un oltraggio che scatena diverse reazioni d’onore e moralità. La vendetta di Emad sul colpevole è raccontata in spietata, efficace e insieme esorbitante cronometria alla Haneke. È anche un film sulla perdita di sensibilità e perdono in un sistema religioso e sociale in mutazione. Troppo attenta la regia a contemplare la propria maestria. Modulare i personaggi avrebbe alleggerito il formalismo di fondo. Da dibattito.
Silvio Danese
Titolo originale: Forushande
Conosciuto anche come: The Salesman
Nazione: Iran, Francia
Anno: 2016
Genere: Thriller, Drammatico
Durata: 125′
Regia: Asghar Farhadi
Cast: Taraneh Alidoosti, Shahab Hosseini, Babak Karimi, Mina Sadati, Farid Sajadi Hosseini, Maral BaniAdam, Emad Emami, Mehdi Kooshki