Recensione film “I nomi del signor Sulcic” per la regia di Elisabetta Sgarbi
La memoria firmata Elisabetta Sgarbi
Tra due battute, il monito “Risvegliare la memoria non è sempre un bene”, e il fatale “Portami via la memoria e non sarò mai vecchio”, c’è l’inchiesta di Irena sui genitori, l’inganno dei nomi e del passato, quel “prima di nascere” in altre vicende del mondo che può lasciarci felici o sgomenti. Ci muoviamo in notturni materici e insieme trasognati tra Lubiana, Trieste e Tolmin, tra origini inafferrabili, spie fasciste e un presente ferito: un sentiero bordo tempo che, figlio di tante esperienze non-fiction di confini, artistici e geografici (in sogno compaiono Magris e Pressburger), richiama il cinema enigmatico di Ruiz nella via netta di una cineasta che interroga la letteratura nel documento. Scritto con Eugenio Lio, fotografia metafisica di A.A. Maldonado, cast plastico di attori/non attori, nei momenti migliori è una investigazione che sogna. E raro nel cinema italiano sentire l’astratto sospeso sul concreto, l’emozione intima del tempo nella Storia, i fatti nelle icone, alla ricerca di una fusione sempre difficile, ma di cui abbiamo bisogno per lasciare alla memoria il lavoro necessario alla civiltà.
Silvio Danese
Titolo originale: I nomi del signor Sulcic
Nazione: Italia
Anno: 2018
Genere: Drammatico
Durata: 80′
Regia: Elisabetta Sgarbi
Cast: Ivana Pantaleo, Lucka Pockaj, Roberto Herlitzka, Adalberto Maria, Paolo Graziosi, Claudio Magris, Giorgio Pressburger, Merli Livio Vasieri, Elena Radonicich
Per quanto un uomo pensi male delle donne, qualsiasi donna pensa ancora peggio.