Recensione film “I figli della notte” di Andrea De Sica
GIOVENTÙ INGABBIATA
Esordio tra Argento, Lynch e Haneke di un giovane con le idee chiare (figlio di Maunel De Sica, nipote di Vittorio). In un tetro collegio evocante l’Overlocok di Kubrick, il tenero e timido Giulio (Crea) diventa inseparabile del misterioso Edo (Succio), affronta rituali di nonnismo e s’innamora di una disperata prostituta, conosciuta in una fuga notturna tra i boschi innevati a un locale di lap dance. La fragilità rivoltosa dell’amico e l’opportunismo della ragazza suscitano, nel, tragico, la vera indole di Giulio. Bilanciato tra romanzo di formazione, location-drama e thriller, in atmosfera da favola nera, con una bella mano di regia tocca la questione del futuro della classe dirigente e delle sua sanità a esprimere valori dalla base, nei turbamenti dei rampolli relegati a diventare ciò che è richiesto.
Silvio Danese
Titolo originale: I figli della notte
Nazione: Italia
Anno: 2016
Genere: Drammatico
Durata: 85′
Regia: Andrea De Sica
Cast: Vincenzo Crea, Ludovico Succio, Fabrizio Rongione, Yuliia Sobol, Luigi Bignone, Pietro Monfreda, Michael Bernhard Plattner, Dario Cantarelli