I due sergenti del generale Custer di Giorgio Simonelli


A cura di Gordiano Lupi

Giorgio Simonelli è un regista che comprende le doti comiche di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, dirigendoli in alcune farse dotate di buone trame, girate con garbo e tecnica sopraffina. I due sergenti del generale Custer è una commedia western, ai limiti della farsa, contaminata da elementi provenienti da cinema muto, pochade e avanspettacolo. La pellicola riproduce con fedeltà una corretta ambientazione western ai tempi della guerra di secessione tra nordisti e sudisti, citando vere battaglia combattute tra il generale Custer e il generale Lee.
Franco e Ciccio sono i pavidi cugini La Pera, in fuga dalla Sicilia per non fare il militare, arruolati di forza nell’esercito federale. Tentano ogni mezzo per disertare, vengono scoperti e imprigionati, ma quando sono in attesa della fucilazione il generale decide di usarli per un piano contro i sudisti. Servono due soldati stupidi insieme a due nordisti geniali per confondere le acque e portare i confederali alla vittoria. Il sergente (Fernando Sancho) è una spia dei sudisti, riferisce i piani al generale Lee, ma la dabbenaggine di Franco e Ciccio viene scambiata per genialità, al punto che sono loro a trovare involontariamente il modo per vincere la guerra. In questo pasticcio western ci sono anche gli indiani, una spia come Margaret Lee, chiamata La Lince, aiutata dall’amica Moira Orfei. Inutile dire che come sempre la trama conta poco, anche se è ben costruita e realizzata con dovizia tecnica da un buon regista che si appoggia su una solida produzione. Il film si basa su molteplici episodi comici con protagonisti Franco e Ciccio. Sin dalle prime scene vediamo un compassato Ernesto Calindri – attore di prosa noto per i Caroselli del Cynar – nei panni di un colonnello nordista, ma anche Fernando Sancho, un sergente vittima preferita della coppia comica siciliana e perfido traditore. Franco e Ciccio storpiano il suo cognome con l’offensivo epiteto siciliano di sergente Fetuso.
Nino Terzo è un soldato nordista che tartaglia e si presenta con la consueta voce afona. Ottima la battuta che Franco gli rivolge: “Senti…nella! Sentinella! Senti, non sei una sentinella? E allora perché non senti?”, che ricorda il motto di Totò: “Ragioniere, ragioni. Non è un ragioniere? E allora perché non ragiona?”. Battute di Ciccio quando vengono scoperti a disertare: “È stato uno scherzo, una bambinata. Sembro cretino, invece lo sono”. Franco: “Ciccio, i primi due siamo!”, quando il colonnello afferma che sono i primi disertori nordisti della storia. Kocis figlio di Kocis è un buffo indiano apache amico di Franco e Ciccio che li aiuta durante la difficile missione. Altre battute di Franco: “Missionari siamo! A me mi prude morire da prode!”. E anche: “Due coyote come noi dove li trova?”. “Con i cugini La Pera bel tempo si spera!”. I tempi comici sono ottimi, frequenti i siparietti da avanspettacolo western insieme a Fernando Sancho e in collaborazione con Nino Terzo. Ricordiamo le fosse scambiate per vasche da bagno e il plotone di esecuzione mentre fa le prove di fucilazione. Aroldo Tieri e Riccardo Garrone sono bravi ma poco utilizzati come spalle comiche, due nordisti geniali che dovrebbero portare a termine il piano ma vengono sempre catturati per colpa di Franco e Ciccio. Margaret Lee è la signora Smith, detta La Lince, che fa parte del servizio segreto, sensuale come sempre, non perde l’occasione per mostrare le lunghe gambe quando deve vestire come una squaw indiana. Moira Orfei è altrettanto bella, nei panni dell’amica che aiuta Franco e Ciccio a portare a termine la missione. Enzo Andronico è un ufficiale sudista ma non si vede molto e non riveste un ruolo importante nell’economia della pellicola.
Ottimo il gioco di parole sul generale Lee: “Là c’è Lee”, che Margaret Lee mette in scena insieme a Franco Franchi, ma anche la scena del ballo a casa della spia è molto divertente. Non da meno la ricostruzione della battaglia da parte di Franco e Ciccio che con tempi da avanspettacolo usano una tavola imbandita per spiegare la guerra. La trippa diventa la truppa e alla fine le torte in faccia si sprecano durante una comica fuga da cinema muto. Un momento esilarante vede Ciccio truccato da medico e Franco da ragazza, all’interno del saloon, quando devono vedersela con il sergente traditore. Divertente la parte indiana con lo scambio di sangue, i ridicoli segnali di fumo, le trappole nella foresta che catturano i nostri eroi restano catturati e il personaggio fumettistico di Bufalo Nervoso. Inutile dire che Franco e Ciccio uccidono nemici involontariamente e catturano il sergente traditore solo per merito delle ragazze, ma alla fine vengono decorati al forte e promossi sergenti. Il finale ricorda le comiche di Stan Laurel e Oliver Hardy, quando Franco e Ciccio sono invitati a sparare un festoso colpo di cannone. I due inetti soldati puntano il cannone sul deposito di munizioni, tutti saltano in aria, ma la comicità è da cartone animato, slapstick, quindi l’effetto esplosivo vede la truppa affumicata e i due sergenti ridotti con i vestiti a brandelli.
La pellicola gode di un’ottima ricostruzione d’epoca, i costumi sono puntuali, l’ambientazione corretta, la colonna sonora suggestiva, mentre gli esterni girati in Spagna contribuiscono a rendere veritiero il clima  western. Il fortino nordista, il villaggio indiano, il paese con il saloon, le divise da cow-boy e da soldati, tutto è ben riprodotto, senza carenza di mezzi. La comicità a base di scazzottate e di sparatorie convenzionali anticipa la fine del genere western, al punto che molte sequenze verranno riproposte da Enzo Barboni con la coppia Spencer – Hill. Le parti che riproducono battaglie sono credibili, un maestro d’armi che conosce il suo mestiere usa al meglio le comparse, mentre Simonelli guida le scene d’azione con esperienza e maestria.

Paolo Merghetti dimentica di citare il film nel suo monumentale Dizionario. Pino Farinotti concede due stelle e afferma che la pellicola è costruita attorno ai “soliti equivoci”. Morando Morandini assegna una stella e mezzo, ma non perde tempo a commentare. Neppure Marco Giusti cita il film su Stracult. Il nostro lavoro colma una lacuna critica su una dignitosa pellicola di genere che merita di essere riscoperta e rivalutata.

Regia: Giorgio Simonelli. Soggetto: Marcello Ciorciolini. Sceneggiatura: Marcello Ciorciolini, Giorgio Simonelli, Amedeo Solllazzo. Fotografia: Isidoro Goldberger, Gianni Bergamini (operatore). Montaggio: Franco Fraticelli. Ispettore di Produzione: Piero Picuti. Segretario di Produzione: Giorgio Susini. Maestro d’Armi: Enzo Musumeci Greco. Scenografia, Arredamento e Costumi: Nedo Azzini. Architetto spagnolo: Ramiro Gomez. Aiuto Regista italiano: Giuliano Carnimeo. Aiuto Regista spagnolo: Francisco Ariza. Segretaria di Edizione: Paola Salvadori. Truccatore: Franco De Girolamo. Effetti Speciali: Armando Grilli. Musiche: A. F. Lavagnino. Direttore di Produzione: Mario Mariani. Teatri di Posa: Titanus – Appia, Elios (Roma). Produzione: Fida Cinematografica (Roma) Producciones Cinematograficas Balcazar (Barcellona). Interpreti: Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Moira Orfei, Margaret Lee, Ernesto Calindri, Fernando Sancho, Aroldo Tieri, Riccardo Garrone, Michele Malaspina, Gianluigi Galiardo, Franco Giacobini, Dina Loy, Nino Terzo, Alfio Caltabiano, Rino Genovese, Armando Curcio, Nino Fuscagni, Gina Mascetti, Enzo Andronico, Pasquale Basile.

Per vedere le prime sequenze del film: http://www.youtube.com/watch?v=6ImlAor1anU

Gordiano Lupi
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