A cura di Giuseppe Iannozzi
Gordon Houghton è l’Apprendista dalla parte dei morti resuscitati
Provate a morire. Una volta, una sola non potrà farvi poi troppo male!
Sul letto di morte quale sarà il vostro ultimo pensiero? E: avrete tempo di formularlo un pensiero, o piuttosto tirerete le cuoia punto e basta?
I più non se ne accorgono proprio che la loro vita è bell’e finita: un momento prima tenevano in mano l’ennesimo drink, quello dopo non sono più. Un proiettile vagante e quella strana cosa che è la vita gli scivola via fra le dita. Non sono poi pochi quelli che passano le loro giornate in attesa della Grande Falciatrice, peritosi, incapaci persino di respirate tanta è la paura di buscarsi un raffreddore. E c’è però anche chi la morte la insegue quasi la ritenesse l’unica degna amante da allattare al seno, dalla culla alla tomba: Janis Joplin, Jim Morrison, Jimi Hendrix, per tutta la loro breve esistenza non hanno fatto altro che sedurre la Morte provocandola stuzzicandola interpretandola con voce chitarra e scimmie sulla schiena.
Gordon Houghton immagina una storia, quella di uno zombie, o meglio di un tizio che è andato incontro alla morte in giovane età per un incidente capitatogli fra capo e collo proprio mentre stava svolgendo il suo lavoro di investigatore privato se non proprio alle prime armi quasi.
Ade è stato assassinato, non si sa da chi, fatto sta che i quattro cavalieri dell’Apocalisse, Morte, Guerra, Carestia e Pestilenza hanno bisogno di rimpiazzarlo. Scegliere il successore di Ade è meno semplice di quanto si possa immaginare, ecco dunque l’ennesima estrazione, o meglio riesumazione: Morte tira fuori dalla tomba il fortunato cadavere che suo malgrado diventerà l’Apprendista, per una settimana, al termine della quale i quattro Cavalieri dell’Apocalisse daranno il loro responso se è adatto o no a ricoprire il ruolo che fu di Ade. Il giovane zombie non sa che pesci prendere e quando un barlume d’intelligenza comincia a risvegliarsi nel suo cervello zombizzato è troppo tardi: oramai ha firmato il contratto, per sette giorni si darà da fare per prendere il posto di Ade, dovrà accompagnare Morte e imparare da lui; e se alla fine della settimana concessagli sarà giudicato non buono, potrà tornarsene nella tomba.
All’inizio l’Apprendista si sente scombussolato, non capisce, i Cavalieri non sono proprio come lui se li era immaginati, e poi c’è Rissa, un giovanotto strano che si dice sia stato lui a far secco Ade. Tuttavia mancano precise prove a suo carico e la sola cosa che si possa fare per il momento è di formare l’Apprendista affinché prenda il posto di Ade e il ruolo che fu suo. C’è anche il grande Capo che guida tutta la baracca. Tuttavia trovarlo in ufficio è una impresa della Madonna, pare che non ci sia mai o che sia sempre impegnato, per cui avere un faccia a faccia con lui è più duro che guadagnarsi il Paradiso.
Gordon Houghton fa sua l’arguzia di Terry Pratchett, l’assurdità situazionale di Ronald Dahl, la poeticità dark di Neil Gaiman, ma anche l’esistenzialismo di Franz Kafka e la cupa logica “illogica” di Dino Buzzati. Attraverso l’Apprendista, Gordon Houghton prende per i fondelli almeno tre generi letterari: il giallo, il noir, il rosa. Houghton invita il lettore a riflettere sul pasticciaccio che la morte è divertendolo, dandogli in pasto uno zombie pasticcione ma non per questo privo di sentimenti: non è azzardato sottolineare che il giovane apprendista è più vivo lui di tanti uomini e donne, che ogni giorno si suicidano per delusioni d’amore o solo perché stanchi di essere. Non leggere l’Apprendistaè un crimine contro la Vita e la Morte. Credetemi sulla parola.
Titolo: L’ apprendista
Autore: Gordon Houghton
Traduttore: Sapuppo S.
Prezzo: € 15.00
Editore: Meridiano Zero
Collana: Primo parallelo
Data di Pubblicazione: Febbraio 2010
ISBN: 8882372170
ISBN-13: 9788882372170
Pagine: 288
Reparto: Narrativa > Narrativa horror e gotica