GIROTONDO VUOTO
Vuoto!
In questa stanza vuota,
Vuoti delle scarpe, i buchi neri.
Vuoto il buio, che riempie la mente.
Cerco una traccia di pensiero
vanamente.
E giro, giro e, ancora giro,
per questa stanza vuota,
ancora giro.
Aggrappandomi a pareti
vuote, giro.
Struscio, girando, perimetro
vuoto.
E conto, conto e, ancora conto.
Uno, cento, mille giri,
di questo girotondo vuoto,
ancora conto.
Finché, come sacco vuoto,
cado.
Cado in un sonno di sogni
vuoto, ancora cado.
Serenella Menichetti
Esistono momenti così, in cui si precipita in un buco nero che sembra non lasciare scampo e si ruota, senza speranza, in un buio sempre più fitto.
Depressione passeggera, trauma, o semplicemente consapevolezza di una crisi dell’essere.
E l’Autrice, abbandonando la Sua normale solarità, ha saputo immergersi in questo vuoto esistenziale con vera maestria, dandoci sensazioni forti, quasi da capogiro, che sanno di verità. Ma è solo poesia.
Complimenti.
E.M.L.
Grazie di questo commento Enzo Maria, in questo testo poetico ho cercato di mettermi nei panni di una persona malata di mente, prima della legge Basaglia quando purtroppo, queste persone invece di essere curate, venivano rinchiuse fra quattro mura. Ne ho conosciute alcune e devo dire di essere rimasta sconvolta, dai loro racconti.
Cari saluti.
Serenella.