Recensione: Gigliola Fragnito – La Sanseverino


Giochi erotici e congiure nell’Italia della Controriforma
La frenesia di vivere
Se si passa per Colorno, grazioso paese nei pressi del Po in provincia di Parma, è pressoché doveroso fare una visita alla sua famosa Reggia, soprattutto da quando è stata restaurata dopo anni di utilizzo inappropriato (era un ospedale psichiatrico). Le sue oltre 400 sale e il magnifico giardino rappresentano un’indubbia attrattiva, ma non è solo una questione artistica l’interesse per questo palazzo ducale, perché lì, sul finire del 1500 e gli inizi del 1600, ci fu una corte assai famosa e questo per merito di Barbara Sanseverino Sanvitale, contessa di Sala e signora di Colorno. Era una donna esuberante, famosa per la sua bellezza e anche per la frenesia con cui conduceva la sua esistenza, tutta dedita al divertimento, non escluso quello erotico. Anzi sotto quest’ultimo aspetto Barbara Sanseverino e i componenti della sua corte erano piuttosto noti; in quelle sale si folleggiava, ma anche si parlava di poesia, si ascoltava la bella musica, si tenevano feste che duravano giorni e giorni, insomma la reggia era un autentico tempio del piacere. Ma, anche quando era in trasferta, Barbara continuava in questa vita di eccessi, un autentico faro che chiamava a sé tutti i gaudenti. E questo benché fosse sposata, con prole anche, insomma era un carattere del tutto particolare, invocava una libertà che per i tempi era un po’ troppo in anticipo. Le feste, i piaceri della carne però non la distraevano dal difendere i suoi piccoli possedimenti, ambiti notevolmente da Ranuccio I Farnese, duca di Parma, un personaggio a tinte fosche teso continuamente ad ampliare il suo potere. Per quanto ovvio fra lui e i Sanvitale non correva buon sangue, tanto più che questi ultimi erano in stretta amicizia con Vincenzo I Gonzaga, duca di Mantova, che era detestato da Ranuccio a causa del matrimonio con sua sorella Margherita durato appena due anni e annullato per una malformazione fisica della sposa che non permetteva di consumarlo.
Il Signore di Parma, peraltro, sempre teso ad ampliare il suo potere, provvide a limitare i diritti dei nobili del suo ducato provocando un generale malcontento al punto che ordirono una congiura, probabilmente anche stimolati dal potente Vincenzo I. Scoperta la cospirazione, la reazione di Ranuccio fu spietata, i partecipanti furono imprigionati e quasi tutti condannati alla pena capitale. Fra essi c’era anche Barbara Sanseverino, la cui testa fu mozzata ricorrendo a un mannarino, che si usa solitamente per gli animali, .anziché a una mannaia. Si concludeva così tragicamente la vita di una donna che comunque spese bene, come desiderava, gli anni della sua esistenza.
Di lei ci parla la storica Gigliola Fragnito con La Sanseverino, un saggio ben strutturato, in grado di presentare un ritratto completo, sia dal punto di vista degli eventi che della psicologia del personaggio. Se c’è un appunto da fare, l’unico è lo stile un po’ accademico che, per restare strettamente connessa ai fatti, implica una narrazione che in alcuni punti può apparire greve. Nel complesso però l’opera ha una sua valenza perché permette di comprendere un’epoca e una protagonista, la cui spumeggiante vitalità era frutto di una libertà  del genere femminile troppo avanti per quegli anni.

Titolo: La Sanseverino. Giochi erotici e congiure nell’Italia della Controriforma
Autore: Gigliola Fragnito
Prezzo copertina: € 24.00
Editore: Il Mulino
Collana: Biblioteca storica
Data di Pubblicazione: novembre 2020
EAN: 9788815290632
ISBN: 881529063X
Pagine: 216

Gigliola Fragnito ha insegnato Storia moderna nell’Università di Parma. Con il Mulino ha pubblicato anche «La Bibbia al rogo. La censura ecclesiastica e i volgarizzamenti della Scrittura» (1997, nuova ed. 2015), «Proibito capire. La Chiesa e il volgare nella prima età moderna» (2005), «Cinquecento italiano. Religione, cultura e potere dal Rinascimento alla Controriforma» (2012), «Storia di Clelia Farnese. Amori, potere, violenza nella Roma della Controriforma» (2013, nuova ed. 2016), «Rinascimento perduto. La letteratura italiana sotto gli occhi dei censori» (2019).

Renzo MontagnoliSito

 

Share This:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.