Recensioni: Georges Simenon – La casa dei Krull


Il (presunto) nemico in casa
Se qualcuno pensasse che questo romanzo sia stato scritto da poco, tanto è attuale, incorrerebbe in un grossolano errore, perché l’anno di stesura è stato il lontano 1938. Viene allora da chiedersi per quale motivo Simenon abbia ideato quest’opera, in cui l’elemento cosiddetto giallo è solo un pretesto, ma a questa domanda non c’è risposta, o meglio si potrebbe dire che quelle caratteristiche di veggenza che si riscontrano sono dovute esclusivamente alle intuizioni di un autore capace come pochi di sondare l’animo umano. Siamo sinceri, nel 1938 non c’era nulla che lasciasse supporre prossimo o abbastanza prossimo il fenomeno dell’emarginazione sociale dello straniero, nel caso specifico di una famiglia tedesca, i Krull, la quale, suo malgrado, si vedrà coinvolta nelle indagini per il brutale assassinio, preceduto da violenza carnale, di una giovane ragazza. E’ proprio questo l’innesco che fa esplodere nella popolazione quell’odio a lungo sopito, quel guardare quegli esseri umani, originariamente tedeschi e poi naturalizzati francesi, come un bubbone insito nella collettività, frutto di parole dette a bassa voce, di maldicenze e anche di sciocco e inutile ostracismo. La tensione, che negli anni precedenti non si scorgeva, limitando la gente a non fraternizzare, cresce lentamente e a dismisura, si vuole passare dalle parole ai fatti e buon per i Krull che la polizia riesce a dissuadere i facinorosi. Resta in ogni caso una domanda: l’inibito Joseph Krull, prossimo alla laurea in medicina, è colpevole, oppure no, dell’orrendo delitto? Non c’è una risposta diretta, anzi ce n’è una indiretta che lascia nell’incerto e nel vago il lettore che desidera, invano, sapere il nome dell’assassino. Ma non era l’omicidio e la successiva indagine lo scopo del romanzo di Simenon, era invece  un ammonimento per il futuro, perché la gente non dovesse considerare diversi degli esseri umani solo perché di altra nazionalità. Dal 1938 di anni ne sono trascorsi molti, c’è stata una seconda guerra mondiale con le brutture naziste, con l’olocausto, e poi, dopo un periodo di relativa quiete, ha preso il via il fenomeno dell’immigrazione, un evento lasciato colpevolmente a se stesso che ha visto e vede i nativi di tanti paesi europei, il nostro compreso, insicuri e timorosi, ben poco propensi all’accoglienza e più che disponibili a ricacciare gli stranieri che approdano sui nostri lidi.
Anche in quest’opera, oltre a un Simenon dalle solite elevate inalterate capacità, troviamo un autore che lancia un allarme, ma che come Cassandra resterà inascoltato.
Da leggere, non c’è dubbio.

Titolo: La casa dei Krull
Autore: Georges Simenon
Prezzo copertina: € 19.00
Editore: Adelphi
Collana: Biblioteca Adelphi
Traduttore: Mambrini S.
Data di Pubblicazione: febbraio 2017
EAN: 9788845931383
ISBN: 8845931382
Pagine: 210

Georges Simenon, nato a Liegi nel 1903, morto a Losanna nel 1989, ha lasciato centonovantatre romanzi pubblicati sotto il suo nome e un numero imprecisato di romanzi e racconti pubblicati sotto pseudonimi, oltre a volumi di «dettature» e memorie. Il commissario Maigret è protagonista di 75 romanzi e 28 racconti, tutti pubblicati fra il 1931 e il 1972. Celebre in tutto il mondo, innanzitutto per le storie di Maigret, Simenon è anche, paradossalmente, un caso di «scrittore per scrittori». Da Henry Miller a Jean Pauhlan, da Faulkner a Cocteau, molti e disparati sono infatti gli autori che hanno riconosciuto in lui un maestro. Tra questi, André Gide: «Considero Simenon un grande romanziere, forse il più grande e il più autentico che la letteratura francese abbia oggi»; Walter Benjamin: «… leggo ogni nuovo romanzo di Simenon»; Louis-Ferdinand Céline: «Ci sono scrittori che ammiro moltissimo: il Simenon dei Pitard, per esempio, bisognerebbe parlarne tutti i giorni».

Renzo MontagnoliSito

 

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