A cura di Gordiano Lupi
L’ultimo atto della serie Gamera, mostro giapponese che in Italia ha avuto minor successo rispetto a Godzilla, è un ottimo film del 2006, interpretato da una serie di attori molto bravi e girato con perizia da Ryuta Tasaki. Gli effetti speciali di Isao Kaneko sono rispettosi della tradizione e non fanno alcun uso di tecnologia computerizzata, optando per mostri a grandezza ridotta e modellini ben ricostruiti come scenografia. Gli effetti speciali nipponici presentano sempre alti e bassi, ma in questo film si apprezzano per insolito buon gusto e continuità rispetto al passato.
La storia narrata da Gamera the brave è quasi poetica.
Antefatto. Nel 1973 Gamera muore, autodistruggendosi per salvare il mondo, e Kousuke assiste alla scena, insieme ad altri bambini, restando molto impressionato. Tempi moderni. Anno 2006. Kousuke è adulto, gestisce un ristorante, sua moglie è morta in un incidente, il figlio Toru (undici anni) non riesce ad accettare il triste evento. Un giorno Toru trova un uovo protetto da una pietra rossa, da cui nasce una tartaruga che dimostra di saper volare e cresce sempre di più. Toru la ribattezza Toto, ma il padre si rende conto che si tratta di Gamera, tornato ancora una volta per salvare il mondo dalla minaccia di Zedus, grande mostro anfibio. La lotta tra i mostri personifica il vecchio scontro tra bene e male, ma questo film avvincente e spettacolare non è la solita melensa storia per bambini. Abbiamo l’amore di Toru per la sua creatura, il suo impegno per non veder morire ancora una volta una persona cara, la costanza dei bambini per salvare il mondo, per compiere cose che i grandi non farebbero mai, persino contrastare la polizia, pur di aiutare la tartaruga gigante. Vediamo un’amica di Toru gravemente ammalata che si salva grazie alla pietra rossa, ma poi fa di tutto perché venga portata a Toto, perché comprende che per lui è vitale. La parte finale vede il combattimento tra i due mostri e la vittoria del bene sul male, senza bisogno che Gamera si autodistrugga come aveva fatto in passato. Toru è felice, dice addio al suo amico che vola alto in cielo come un disco rotante, finalmente lo chiama con il suo vero nome: Gamera. Il regista lascia spazio per un sequel che per ora non è stato prodotto.
La parte più affascinante della pellicola è la storia del gruppo di ragazzini che formano una vera e propria colonna umana per impedire l’autodistruzione di Gamera. La poetica pasoliniana de il mondo salvato dai ragazzini si incontra con la serie Gamera e con un film di mostri che piacerà a grandi e piccini. Peccato che in Italia non sia uscito e che si possa vedere solo sottotitolato, in streaming, ricorrendo a Megavideo. Ne vale la pena.
Fa venire voglia di recuperare l’intera serie di Gamera, che sul numero 108 di Nocturno viene raccontata con perizia e competenza da Glauco Guardigli e Antonio Serra, in un Dossier intitolato Guida al cinema degli “altri” mostri giapponesi – Gamera & C.. Imperdibile per gli appassionati.
Gordiano Lupi
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