Recensione: Franco Mimmi – Su arida schiena del formidabil monte sterminator 1


Innanzi tutto il lungo titolo, che se vi suona sconosciuto google ve lo dice in un attimo: sono versi de “La ginestra”, la poesia con la quale Giacomo Leopardi irrideva alla tracotanza degli esseri umani, che le forze della natura spezzano così facilmente mentre risparmiano l’umile pianticella. E l’inizio del romanzo porta subito alla forza naturale destinata ad avverare il monito leopardiano: “La bianca visitatrice. Il candido manto. L’eburneo tappeto. La coltre virginale. La neve insomma.”
Siamo a Tor Morella, un antico villaggio appenninico a 1.500 metri di altitudine un tempo abitato da carbonai ma da anni abbandonato. Una società immobiliare, la Tormorella SpA, lo ha trasformato in un idillico “buen retiro” di lusso e tuttavia di scarso successo, perché ogni inverno la neve lo isola dal resto del mondo. Quest’anno, però, ospita ben sette persone, disposte a trascorrervi vari mesi senza comunicazione stradale o telefonica o per internet. Quale il motivo di questa loro scelta? Per alcune è un nascondiglio ideale, per altre è un ideale rifugio artistico, per altre ancora è un luogo dove curarsi di una drammatica esperienza, e se alcune sono venute cercando di sfuggire a un pericolo, altre sono andate, loro malgrado, incontro al pericolo.
Ovviamente, in quell’ambito claustrofobico, gli itinerari dei sette non possono non incrociarsi e interagire, con una drammaticità che a uno di loro, scrittore in cerca di rivalsa sul proprio destino minore, ricorda il famoso dramma “La foresta pietrificata”, anche se gli risulta difficile attribuire almeno una delle parti: chi sarà Duke Mantee, il bandito che fu impersonato da Humphrey Bogart? Ma in realtà tutti e sette – la coppia quarantenne disinvolta ed elegante, la coppia improbabile di un quasi settantenne e di una ventenne, lo scrittore e anche il gestore dell’emporio e l’uomo della manutenzione – portano una maschera per coprire le loro vere situazioni e la loro vera natura: e l’ambiente gelido e ostile non può che peggiorare le tensioni.
Il romanzo avanza in un gioco di richiami, le azioni si ripetono viste da prospettive diverse, le citazioni entrano nel gioco del ritmo narrativo, e il “buen retiro” di Tor Morella – mentre l’inverno precipita e la neve, la bianca visitatrice, minaccia di coprire tutto e tutti – si avvia a una soluzione che ovviamente non è dato rivelare. Ma sì è possibile mettere in rilievo la raffinatezza di una scrittura che di tanto in tanto esplode in veri e propri lampi (un esempio: “l’emporio dal quale giunge attutita la suite numero 3 di Johann Sebastian Bach con la quale il bottegaio sta cercando di mettere un po’di logica in quanto sta accadendo”), che illuminano la tormenta fisica e metaforica dei personaggi del romanzo ma anche di tutti i personaggi – le persone, tutti noi – che si illudono di poter competere, su l’arida schiena del formidabil monte sterminator, con le forze della natura e della storia.

Cecilia de Grazia

 

Titolo: Su arida schiena del formidabil monte sterminator
Autore: Franco Mimmi
Prezzo copertina: € 13.80
Editore: Lampi di Stampa
Data di Pubblicazione: 2018
EAN: 9788848824101
ISBN: 8848824102

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Un commento su “Recensione: Franco Mimmi – Su arida schiena del formidabil monte sterminator

  • Cecilia

    Tor Morella, un antico villaggio appenninico da anni abbandonato, è stato trasformato in un “buen retiro” di lusso, ma ogni inverno la neve lo isola dal resto del mondo. Quest’anno, però, ospita sette persone, spinte da diversi e talvolta inconfessabili motivi, e in quell’ambiente claustrofobico, assediato da una tempesta di neve, i destini dei sette si incrociano drammaticamente in un crescendo di tensioni. Il romanzo procede in un gioco di interazioni viste da diverse prospettive, il ritmo narrativo si fa sempre più serrato verso una soluzione che ovviamente non riveleremo, mentre, su l’arida schiena del formidabil monte sterminator, infuria la tormenta fisica e metaforica dei personaggi. Un noir di grande raffinatezza psicologica e stilistica.