A cura di Augusto Benemeglio
1. Epica lorchiana
Quando si parla di Federico Garcia Lorca viene subito alla mente il famoso “Lamento per Ignacio Sanchez Mejias , uno dei personaggi dell’epica lorchiana , grande amico del poeta , e per lui l’amicizia era una passione . Con la morte del grande toreador, purissimo creatore e interprete di sé stesso sulla scena , inimitabile e irripetibile , dell’arena , che era la sua vita e il suo tragico destino , per il poeta muore tutta l’umanità intera . Alle fatidiche “cinque della sera” avviene una sorta di apocalisse lirica , alal cinque della sera scompare l’uomo , e il mondo dell’uomo. Ma rimangono tenerezze che da nessuna morte potranno essere sminuite , rimangono le intime , indecifrabili notizie che ci racconta la musica e la gravitazione dell’amore che ci giustifica . Prima di Ignacio , Federico aveva cantato altre figure nobili e tragiche come Antonio Camborio , Mariana Pineda , Rosalia Castro, gitani , zingare, lavandaie , spose infedeli , o figure apocalittiche , come i negri e i marinai del poema newyorchese. Si tratta di persone vere, fatte di carne e di sangue , che esigono il canto del poeta-aedo e il sigillo di un’immortalità interamente umana E Lorca ridona loro un volto , una voce , un respiro, un grido , un paesaggio, una struttura , una plastica armonia , una nuova luce che li rischiara , anche se il loro destino non è la vittoria , ma quasi sempre la sconfitta , la polvere, il sangue, la morte. Lorca , coi suoi versi , scolpisce la loro grandezza umana , recupera quel senso di pietà umana che non esiste più ai nostri tempi e quel soffio vitale di poesia che li fa rivivere per sempre nel nostro cuore , con intatta commozione e tenera passione
2.Tre secoli in pochi anni
Nel breve volgere dell’esistenza della sua esistenza , dal 5 giugno 1898 , giorno in cui nacque a Fuente Vaqueros , a circa quindici chilometri da Granada , al 19 o 20 agosto 1936 , a Viznar , che si trova sempre in quelle contrade, , dove fu barbaramente ucciso dai falangisti , la Spagna visse tutte le esperienze di una società moderna . Si può dire che in quei pochi anni si trovò a dover risolvere i problemi di tre secoli di storia. . Accaddero , infatti, un’infinità di cose terribili e definitive , dalla guerra con gli Stati Uniti per il possedimento di Cuba (1900) alle ondate di scioperi economici e politici , dalla guerra espansionista nel Marocco al colpo di Stato e alla dittatura di Primo de Rivera. E poi: crisi finanziaria e fame nelle campagne , proclamazione della Repubblica , lotte sulla riforma agraria, violente battaglie parlamentari, vittoria del fronte popolare e scoppio della guerra civile . Fu una sublime epopea d’eroismi individuali e collettivi, ma allo stesso tempo un ciclone di violenza che squassò quasi l’intero territorio della Spagna , dove solo l’implacabile fantasia di un Goya dei Disastri della Guerra e di un Picasso con Guernica, che anticipò gli orrori della guerra nazista e dei campi di sterminio , ci dà una vaga idea della cupa tragedia in cui si trovò sprofondato il popolo spagnolo. Ebbene , secondo alcuni storici , proprio il sacrificio di due poeti apre e chiude la guerra di Spagna : quello di Federico Garcia Lorca e Antonio Machado che in qualche modo fu allo stesso tempo maestro e allievo del grande poeta granadino, che ne cantò la morte (sangue in fronte e piombo nel ventre / hanno ucciso Federico/ il delitto fu lì, nella sua Granada/ Oh, que dìa tan triste en Granada ,/que a las piedras hacia llorar,/al ver que Federico se muere
3.Dove sono sepolti i resti del corpo del poeta?
Federico venne arrestato con capi d’accusa chiari, espliciti: sentimenti repubblicani, appartenenza ad Associazioni degli amici dell’Unione Sovietica , propaganda sovversiva per mezzo delle sue opere, ma non ci fu nessun processo . Si disse che nel suo assassinio c’era tutto l’intervento dell’odio della cultura, il rifiuto da parte del potere d’ogni responsabilità umana. Lorca divenne il simbolo della cultura spagnola mortificata e violentata con l’avvento e la vittoria del franchismo , ma Lorca aveva comunque vinto la sua battaglia politica con il solo aiuto della sua parola poetica e dei suoi drammi che continuavano ad essere rappresentati in tutto il mondo . E alla fine , -disse Carlo Bo, – questa morte ha molto giovato alla sua immagine.. E’ vero. In realtà non sappiamo se quella fucilazione fu sacrificio , eroismo civile , o solo una concomitanza di causalità legate a cose ben più meschine , come antagonismi tra famiglie proprietarie terriere , lotta fra fazioni politiche sorte all’interno della stessa coalizione di destra , invidie , gelosie, livori locali ,insomma cose da faida paesana , da regolamento di conti, in cui non era estranea la presunta omosessualità di Federico . Chi uccise materialmente Lorca , e perché ? Qualcuno dice che fu un suo lontano cugino, che poi se ne vantò, altri sostengono che fu un agente dei servizi segreti franchisti. Al riguardo sono stati fatti dei documentari, scritti dei libri , formulate ipotesi da studiosi e curiosi. Ma ancora oggi non sappiamo quale sia la verità e forse non lo sapremo mai, come non si sa che fine abbiano fatto i resti delle sue ossa, né perché la famiglia di Lorca da quasi ottant’anni continui ad opporsi alla riesumazione delle spoglie nel luogo dove venne fucilato. Qualcuno dice che in realtà i resti di Federico sono sepolti nella tomba di famiglia Lorca , e che, a suo tempo, subito dopo la sua morte, la sua salma fu pagata a carissimo prezzo dal padre del poeta.
4. Dubbi e interrogativi
Permangono tuttora un mucchio di interrogativi , dubbi irrisolti , anche sugli ultimi drammatici giorni che precedono la sua morte. Perché il poeta, con in tasca un biglietto aereo per il Messico, decide di tornare a Granada, sua città natale, dove imperversano – e lui lo sa benissimo – i primi assalti dei clerical- falangisti? Perché i suoi versi sono sempre intrisi di dolore, mentre la sua figura era dominata dall\’allegria e dal piacere quasi edonistico di vivere? Ciò che passa davanti ai nostri occhi , man mano che ci addentriamo nella sua vicenda letteraria e umana , in cui la logica onirica della sua poesia incontra la logica spietata e inesorabile della storia, è come un film in rapidissima successione , una specie di incatenamento di immagini ,parole ,figure musiche , canti, versi… la poesia di Lorca era un\’autentica polvere da sparo che lo spingeva a chiedere alla vita sempre qualcosa di più, di più … fino all’estremo sacrificio? Non lo sappiamo. Ma quel che è certo e che un poeta , un vero poeta è sempre un rivoluzionario. E lui lo dichiarò nella sua ultima intervista, in cui disse che la poesia era di tutti gli uomini, di tutte le creature viventi, ma era anche un grande mistero :” La poesia è qualcosa che cammina per le strade, che si muove, che passa accanto a noi. Tutte le cose hanno il loro mistero e la poesia è il mistero di tutte le cose. Si passa accanto ad un uomo, si guarda una donna, si percepisce l’incedere obliquo di un cane e in ciascuno c’è la poesia “.Ecco , queste sono le ultime parole pubbliche di Federico Garcia Lorca . Le pronunciò Il 27 luglio 1936. Poco più di venti giorni dopo , tra il 19 e il 20 agosto , veniva fucilato a Viznar, presso Granada. Un testimone raccontò che durante il percorso dalla casa dei suoi amici Rosales , – in cui era stato preso a forza dagli aguzzini ,- al luogo della fucilazione, presso una fontana , detta fuentes de las lagrimas , Federico pianse. E da quelle lacrime fiorirono rose e versi . E oggi , tutt’intorno a quel luogo delle esecuzioni e delle tombe senza nomi , che digrada nella campagna andalusa , c’è un grande parco di tombe, di martiri , di polemiche, di lacrime e di dolori mai sopiti , che porta il suo nome , Parco Federico Garcia Lorca, il poeta della bellezza e della struggente tenerezza. Il poeta del mistero , del silenzio , del sangue e delle lacrime , ma anche dell’amore e della morte.
5.Lorca era omosessuale?
Dalì dice di sì. Federico – disse Pablo Neruda – era un lampo fisico, un’energia in moto perpetuo, un’allegria, uno splendore, una tenerezza assolutamente sovrumana. La sua persona era magica e apportava felicità. Yo tengo el fuego en mis manos , diceva Lorca per definire l’origine della sua poesia. Ed era vero, ma la poesia che gli bruciava nelle mani gli veniva sempre dalla realtà, dall’altro, non la considerava sua , suo era la forza di adesione e di partecipazione, suo era il bruciare. E quel fuoco comincerà a prendere un ritmo sempre più acceso, vivo, tenderà a diffondersi , a corrergli per tutto il corpo. Lorca era omosessuale? Dalì dice si sì e lo scrive nel suo libro “Le passioni secondo Dalì” (1969) “Con lui e con Bunuel formavamo un trio notevole e quasi esclusivo. Ma Lorca era il più grande di noi, impersonava la poesia nella sua totalità , in carne e ossa. Confuso, sanguigno, vischioso e sublime, fremente di mille fuochi oscuri e sotterranei , come ogni materia atta a trovare la sua forma originaria. Ma non c’è dubbio che fosse “maricon”, omosessuale. Una volta tentò addirittura di violentarmi”. Del resto , basta saper leggere tra le righe per capire che era gay, e ne aveva piena coscienza , ma non voleva ammetterlo, anzi, ne era terrorizzato, ossessionato. Il tema della frustrazione amorosa , il tema crudele della sua diversità nella clericale omofobica Spagna di quel tempo , pervade tutta la sua opera; nel libro de poemas , l’oscuro tormento del giglio ( simbolo della ferita) che non può innaffiare , coinvolge giocoforza il problema di Dio che appare ingiusto e latitante . Lui si sente abbandonato come un Cristo sulla croce. Federico diceva sempre, Impareremo a vivere solo quando sapremo abbandonarci agli istinti originari , e in fondo tutto il libro de poemas s’incentra sull’erotismo , è un vagheggiamento della natura come unica depositaria della vita autentica , ma avendo lui ormai coscienza della propria omosessualità , sapeva che quella vita autentica l’aveva già perduta in partenza, ed è per questo che sente la sua vita come una dannazione , e vive in perenne conflitto tra la passione e la ragione .
6. Il viaggio a New York
Per Federico fu molto difficile vivere la sua condizione di gay. Aveva paura di passare per un effeminato, mentre la sua poesia era tutta fuoco e virilità, come nel caso , ad esempio , della sposa infedele ( Sporca di baci e di sabbia/ la portai via dal fiume/ e non volli innamorarmi di lei/ perché avendo marito/ mi disse che non era sposata). Del resto il vero motivo del suo viaggio a New York , dove Federico dimorò dal giugno del 1929 fino alla primavera del 1930 , come studente della Columbia University , era strettamente legato ad una sua relazione amorosa con lo scultore Alaron . Per tema che tutti se ne accorgessero , i suoi genitori lo spinsero ad affrontare il viaggio insieme al professor Fernando de Los Rios che era un amico di famiglia e contribuì molto a formargli una coscienza liberalsocialista. Da quel soggiorno , che gli comunica una solitudine senza scampo , nascerà l’epico-tragico-surrealista “Poeta en Nueva York” , una crudele irta dissonanza con la civiltà meccanica e capitalistica, un vuoto amplificato dalle dimensioni spaventose delle differenze sociali, un dolore , una rabbia che gli entra dentro con tutta la sua architettura extraumana e il ritmo furioso , una combinazione di geometria e angoscia che viene tradotta in una sorta di reazione chimico-lirica a catena , che esplode in un linguaggio concitato ,disordinato , a tratti furioso, di tipo deformante, espressionista .
7. La Barraca e la morte di Ignacio
Pochi anni dopo il ritorno in Patria , cade la dittatura di Primo Rivera e nasce la seconda Repubblica Spagnola , che nel marzo del 1932 lo chiama a dirigere il teatro universitario, “La Barraca” , una specie di Carro di Tespi, un carrozzone teatrale con attori universitari , e l’entusiasmo chiosciottesco di redenzione artistico culturale che animava la pedagogia politica della repubblica liberal-socialista . Sarà in questo periodo che scriverà i suoi drammi che gli daranno ancora maggiore fama e gloria letteraria. “Bodas de Sangre”, “Yerma”, “Dona Rosita” e faranno la fortuna di tutti i teatri del mondo, anche grazie ad attrici straordinarie come Margarita Xirgu e Lola Membrives, che recitavano, ballavano e cantavano . .Nell’agosto del 1934 il fatto tragico segnerà la vita di Federico. La morte del celebre matador Ignacio Sanchez Mejias, suo grande amico. Ignacio muore in ospedale , a Madrid , dove aveva chiesto di essere portato . Federico è sconvolto, ma non vuole assistere alla sua agonia.Non voglio vederlo// Dì alla luna che venga,/ ch’io non voglio vedere il sangue /d’ Ignacio sopra l’arena.// Non voglio vederlo!//Aveva conosciuto Ignacio nel 1926, in casa di Guillen, ed erano diventati subito grandi amici. L’anno dopo, a 38 anni, il leggendario toreador aveva deciso di abbandonare la muleta , per dedicarsi all’altra passione della sua vita, la letteratura. Si erano ritrovati in diverse circostanze, e anche a New York, erano come fratelli. Gli amici di Ignacio non sapevano spiegarsi quel ritorno nell’arena a quarantacinque anni, e avevano cercato di dissuaderlo, preoccupati. – morire nell’arena è il mio destino, lo so. Non potrei volere una morte diversa. E forse qualcuno mi ricorderà proprio per questo, solo per questo:
8. Morte a Granada
Aveva detto Lorca: Credo che l’essere di Granada mi porta alla comprensione simpatica dei perseguitati. Del negro, del gitano, dell’ebreo…del moro che tutti portiamo dentro. Granada sa di mistero , di cose che non possono essere e tuttavia esistono. Che non esistono ma contano. O che contano precisamente per il fatto di non esistere, che perdono il corpo e tuttavia aumentano la forza del loro profumo…E ora vuole tornare a Granada, nella sua Granada. Siamo alla fine, allo scioglimento del dramma della sua vita che era un tutt’uno con l’arte, le interviste, l’adesione al fronte popolare , i venti di guerra civile che vanno preparandosi, il progetto di tornare di nuovo in America, New York , Messico , per partecipare alle rappresentazioni del suo teatro e tenere una conferenza su Quevedo . L’abbiamo più volte detto, aveva il biglietto in tasca dell’aereo, invece da Madrid tornò a Granada , il 16 luglio, per riabbracciare i suoi genitori prima di imbarcarsi , ma a Granada era scoppiata la guerra , e trovò l’atmosfera tetra e sanguinosa di un secolo prima , al tempo di Mariana Pineda , di cui aveva scritto un dramma , trovò lo stesso destino di tutte le donne dei suoi drammi, in Nozze di Sangue, Yerma. Bernarda Alba , in cui si era trasferito e che forse aveva da lungi presentito …Federico è un po’ come Cristo nell’orto dei Getsemani , è atterrito dalla morte, dalla sofferenza, suda sangue , vorrebbe che quel calice passasse. Insultato e picchiato dentro la sua casa per due volte , telefona all’amico Rosales , la cui famiglia è falangista , chiede aiuto. Nella loro casa sarà al sicuro. Ma a Granada la morte l’aspetta e lui lo sa , l’ha sempre saputo, fin da quand’era ragazzo e sentiva nel suo cuore la tragedia autunnale che cade dagli alberi. Aveva detto subito dopo la notizia della morte dell’amico torero. Aveva detto: La morte di Ignacio è come l’apprendistato della mia morte. Provo una pace che mi stupisce. ” E forse Federico avrebbe voluto morire come lui , e non fucilato all’alba in forma quasi clandestina , davanti ad una fontana di Viznar, insieme a due sconosciuti banderilleros, Joaquin Arcollas Cabezas e Francisco Galadi di Melgar , tre croci i loro corpi , come sul Golgota , abbattuti dalle schioppettate dei falangisti. Sì, Federico avrebbe voluto morire come il suo amico Ignacio , nell’arena , incornato da un toro nero di nome Granadino, alle cinque della sera. ”Tromba di giglio per i verdi inguini…/Le ferite bruciavano come soli//la folla rompeva le finestre / alle cinque della sera. / Ah, che terribili cinque della sera! Erano le cinque a tutti gli orologi! / Erano le cinque in ombra della sera!
Augusto Benemeglio