A cura di Daniela Cattani Rusich
“Voglio vedere Nonna Rosa” “Bevi un bicchier d’acqua” “No. Voglio vedere Nonna Rosa” “Prendi una boccata di….” “No, voglio vedere Nonna Rosa”. Un pezzo di granito, una roccia. Una lastra di cemento. Niente da fare. Non ascoltavo nemmeno più quello che mi dicevano. Volevo vedere Nonna Rosa…
Davanti ai suoi colleghi il dottor Dusseldorf appariva piuttosto seccato di non avere alcuna autorità su di me”. Ha finito col cedere. “Chiamate quella signora!” Allora ho acconsentito a riposarmi e ho dormito un po’ nella mia stanza. Quando mi sono svegliato Nonna Rosa era lì. Sorrideva. “Bravo Oscar, ce l’hai fatta” E’ stato un bello schiaffo per loro. Ma il risultato è che adesso mi invidiano”. “Ce ne freghiamo”. “Sono brave persone, Oscar, bravissime”. “Me ne sbatto” “Cosa c’è che non va?” “ Il dottor Dusseldorf ha detto ai miei genitori che sarei morto e loro sono scappati. Li detesto” (….) ”Allora detestali moltissimo” “E’ lei a dirmelo, Nonna Rosa?” “Sì. Detestali moltissimo. Quando ti sarai sfogato, ti accorgerai che non era il caso. Racconta tutto a Dio e, nella tua lettera, chiedigli di venirti a trovare”. ”Lui si sposta?”. “A modo suo. Non spesso. Addirittura di rado”. “Perché? E’ malato anche lui?” Allora ho capito, dal sospiro di Nonna Rosa, che non volve confessarmi che anche tu, Dio, sei messo male. “I tuoi genitori non ti hanno mai parlato di Dio, Oscar?” “Lasci perdere. I miei genitori sono dei cretini” ”Certo. Ma non te ne hanno mai parlato?” “Sì, solo una volta. Per dire che non ci credevano. Loro credono solo a Babbo Natale”.
Questo è un brano tratto da un piccolo grande libro di Eric-Emmanuel Schmitt, edito nel 2005 da Rizzoli: “Oscar e la dama in rosa”. E sintetizza a meraviglia il tono ironico, leggero, ma nel contempo diretto e poco incline agli eufemismi, che pervade il racconto. Oscar è un ragazzino malato di leucemia, che vive da anni in ospedale e a cui l’ultimo tentativo medico-chirurgico ha tolto definitivamente ogni speranza. Lui lo sa, ma non riesce a parlarne con nessuno, perché i grandi hanno paura e fingono di non sapere… Rosa, invece, è una di “quelle signore\”, che vanno a trovare i bambini in ospedale, un ex-lottatrice di catch, una “vera dura, senza paura”.
E, oltre ad essere l’unica a stragli veramente vicina, suggerisce a Oscar alcuni espedienti per trascorrere i suoi ultimi giorni alla grande, tra cui un gioco molto particolare, che lo aiuterà a crescere e a sorridere fino alla fine.
Un libro commovente, profondo, divertente, pieno di dignità; novanta pagine su come imparare a vivere e a morire. Da non perdere assolutamente. Lo trovate anche in edizione tascabile della Bur, a pochi euro; ottimamente spesi, ve lo garantisco.
Daniela Cattani Rusich
Titolo: Oscar e la dama in rosa
Autore: Eric-Emmanuel Schmitt
Traduttore: Ascari F.
Editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
Prezzo: € 7.00
Collana: Scrittori contemporanei
Data di Pubblicazione: Febbraio 2005
ISBN: 8817005436
ISBN-13: 9788817005432
Pagine: 90
Reparto: Narrativa > Narrativa contemporanea