Epepe
pagina 69
Ma anche qui, di volta in volta, gli davano risposte incomprensibili oppure lo fissavano con aria ottusa, lo ignoravano o addirittura lo allontanavano come uno scocciatore, forse scambiandolo per un mendicante. Budai ripiombò nell’imbarazzo e nello smarrimento.
Di stazioni ferroviarie neanche l’ombra. Aveva guardato in tutte le direzioni. Aveva notato un ampio edificio grigio in ferro e vetro ma mentre si avvicinava si accorse che era un mercato coperto, ed era chiuso. Agli ingressi laterali erano in corso le operazioni di carico e scarico: le merci in arrivo scorrevano su nastri trasportatori, casse vuote e pile di sacchi venivano lanciate dentro ai furgoni, elevatori spostavano balle e container pesanti, facchini caricavano botti, damigiane, blocchi di ghiaccio e di strutto, mezzene di maiale congelate. A un certo punto arrivò un camion pieno di casse di verdura – erano porri, o qualcosa del genere – e ne scese un corpulento autista con un giubbotto blu. Vide Budai fermo sulla rampa. Lo afferrò per un braccio, lo tirò verso il camion e indicando il pianale disse qualcosa come:
«Dümücie brüdimrüciüre! Klütt!…».
Quel tizio l’aveva preso per uno scaricatore. Un equivoco che l’avrebbe anche divertito, ma lui non era là per divertirsi: arrancando in mezzo alla folla tornò verso la metropolitana. Doveva continuare la sua ricerca, verificando la serie di fermate dove poteva esserci una stazione ferroviaria.
Titolo: Epepe
Autore: Ferenc Karinthy
Prezzo copertina: € 13.00
Editore: Adelphi
Collana: Gli Adelphi
Traduttore: Sgarioto L.
Data di Pubblicazione: ottobre 2017
EAN: 9788845932250
ISBN: 8845932257
Pagine: 217