Recensione film “End of Justice: Nessuno è innocente” per la regia di Dan Gilroy
Denzel Washington avvocato moralista
L’avvocato stile anni ’70 del titolo originale, “Roman J. Israel Esq.” (Denzel Washington), un asso di memoria legale, 40 anni di lotta per i diritti degli afroamericani, dei deboli e contro gli abusi di potere, insomma una vita di concentrazione e stress nella violenta Los Angeles, va in tilt quando il socio muore. Deve scegliere tra povertà o inserimento nel prestigioso studio di un bianco progressista, ma businessman (Farreil), dove la sua rigorosa morale è respinta al mittente. Da uno script sociologico di denuncia dello scadimento dei valori costituzionali Washington inventa un Israel vivente e operante, instabile e maldestro, ma puro, da andare a trovare negli Stati Uniti. Nella crisi degli ideali e nel confronto col modo diverso, indebolito certo, delle associazioni per i diritti, Israel ricava una sfiducia definitiva che lo porta a un errore madornale… Dal regista di “Lo sciacallo”, sul reporter avvoltoio metropolitano («prima documentare, poi chiamare i soccorsi»), questo è un film coinvolgente proprio dove l’intreccio legale complicato sbanda e lascia spazio alla psiche confusa del protagonista.
Silvio Danese
Titolo originale: Roman J. Israel, Esq.
Nazione: U.S.A.
Anno: 2017
Genere: Thriller
Durata: 122′
Regia: Dan Gilroy
Cast: Denzel Washington, Colin Farrell, Carmen Ejogo, Lynda Gravatt, Amanda Warren, Hugo Armstrong, Sam Gilroy, Tony Plana, DeRon Horton