Recensione del libro “Nessuno può sfrattarci dalle stelle” di Diego Cugia
Dell’umano cammino non v’è certezza alcuna, così potremmo dire. E però per tutti ci sono le stelle: non costano nulla, appartengono al cielo, agli occhi che le vogliono guardare con entusiasmo pascoliano, e in non pochi casi sono una sorta di coperta di Linus. Nessuno può sfrattarci dalle stelle (Mondadori, collana Omnibus, Euro 17,00) è l’ultimo romanzo di Diego Cugia. E’ questo un lavoro atipico per Diego Cugia, che per forza di cose o per stanchezza, ha dimenticato il suo alter ego Jack Folla. Nessuno può sfrattarci dalle stelle opera abile commistione di realtà e finzione per dar corpo a una favola moderna, a tratti drammatica, comica e irriverente. Diego Cugia, in qualsiasi genere letterario si cimenti, lascia ben impressa la sua genialità non imitabile.
Massimo Pietro Cruz era un autore di varietà, non se la passava male. Ma è sopraggiunta la crisi e i suoi canovacci nessuno ha più intenzione di rappresentarli. La cultura non paga. Il mondo dello spettacolo ama la leggerezza, tutto ciò che è frivolo e privo di sostanza, ne consegue che Massimo Pietro è in ritardo rispetto alla moda. Se ieri i suoi spettacoli andavano per la maggiore, oggi non più. Nel corso degli anni ha scialacquato le sue sostanze, sicuro che non sarebbero mai sopraggiunti tempi di crisi. Si sbagliava. Adesso non ha più il becco di un quattrino: sulla MasterCard gli rimangono sol più cinque Euro. L’ex moglie non vuole che saperne di lui, i figli sono lontani, e quelli che un tempo si dissero suoi amici non ci hanno pensato su due volte a fargli il gesto dell’ombrello abbandonandolo a sé stesso, a un destino che a breve lo vedrà al freddo insieme ad altri migliaia di clochard. Entro poche ore l’ufficiale giudiziario busserà alla sua porta e Massimo Pietro non potrà opporsi, potrà forse solo tentare una patetica rivoluzione lanciando dalla finestra una ciabatta. Massimo Pietro è un uomo di sessanta anni, troppo vecchio per il mercato del lavoro e troppo giovane per morire. A tenergli compagnia due cani, Valzer e Twist, e una pecora che, semplicemente, è Pecora. Sono loro gli unici amici che gli sono rimasti accanto. Nel corso dell’ultima notte che potrà trascorrere in casa, prima dello sfratto, alla sua porta si presenta un ragazzino. E’ vestito in maniera bislacca, ciononostante Massimo Pietro ha come l’impressione di conoscerlo. E’ un tipo ciarliero, che subito attacca bottone raccontandogli diversi aneddoti sulle cinciallegre. Massimo Pietro Cruz non sa che pesci prendere, tanto più che il giovane ospite si presenta dicendo di chiamarsi anche lui Massimo Pietro.
Nessuno può sfrattarci dalle stelle è un romanzo che fa sorridere, di amarezza però: in Europa si contano più di centoventi milioni di persone cadute in povertà. Il destino di Massimo Pietro Cruz – che di sbagli ne ha commessi nella vita, che uno stinco di santo non lo è – è segnato nelle stelle, la sola eredità che nessuno potrà mai strappargli. Come Charles Dichens e Antoine de Saint-Exupéry, Diego Cugia ci consegna una storia tanto amara quanto vera, dove la speranza, seppur costretta nell’immensità di un cielo di stelle lattiginose, ancora c’è. Colonna sonora ideale per questo libro sono Louis Armstrong, Duke Ellington, Yves Montand, Astor Piazzolla, ma anche Jimi Hendrix e i Doors. Perché? Perché anche loro sono in Nessuno può sfrattarci dalle stelle.
Titolo: Nessuno può sfrattarci dalle stelle
Autore: Diego Cugia
Editore: Mondadori
Prezzo: € 17.00
Collana: Omnibus
Data di Pubblicazione: agosto 2015
EAN: 9788804655763
ISBN: 8804655763
Pagine: 142