A cura di Gordiano Lupi
Lucio Fulci gira un Franco & Ciccio movie insolito, ambientato in Egitto, tra spie e bombe atomiche: Come rubammo la bomba atomica (1966), produzione italo – egiziana che parte da un fatto di cronaca accaduto in Spagna. Si tratta di una parodia dei film di spionaggio che vanno di gran moda, uno 007 comico, che vede la coppia siciliana alle prese con agenti segreti dai nomi storpiati: le Spectrales, James Bomb (interpretato da Adel Adham un vero e proprio sosia di Sean Connery), l’agente Derek Flit (il fumettista Bonvi, autore delle Sturmtruppen, prematuramente scomparso) e Modesty Bluff (Eugenia Litrel). Franco è un povero pescatore siciliano che in pieno Mar Mediterraneo vede inabissare un aereo che trasporta la bomba atomica. Tra l’altro recita una doppia parte, perché a bordo del peschereccio c’è il nonno – che muore per lo spavento – interpretato da un Franco Franchi invecchiato con il trucco e una parrucca bianca. Si sparge la notizia che la bomba atomica è caduta in mare e subito le maggiori potenze si mettono alla ricerca del prezioso ordigno. La Spectrales, una rete di spionaggio diretta da un misterioso Numero Uno, vuole trovare la bomba per ricattare gli Stati Uniti. Ciccio è un inetto agente dell’organizzazione, mentre Enzo Andronico, il suo braccio destro, si distingue per acume e scaltrezza.
Ciccio salva Franco dal naufragio, crede che sappia dove è caduta la bomba (in realtà non lo ricorda) e fa di tutto per farlo parlare. Ciccio si fa venire la brillante idea di realizzare una finta bomba che scatena le spie sulle loro tracce e mette tutti fuori strada. Julie Ménard è l’affascinante Cinzia che delizia gli spettatori di sesso maschile con alcune sequenze sexy (ma non più di tanto), fa innamorare Franco e Ciccio e li conduce tra le grinfie del Dottor Sì. Si scatena una lotta tra spie: James Bomb (Adham), Derek Flit (Bonvi) e Modesty Bluff finiscono per neutralizzarsi tra loro, mentre il Dottor Sì (Wahby) vorrebbe avere la bomba per poter riportare in vita le mummie sumere. Ottima la caratterizzazione fumettistica del Dottor Sì, con le mani a uncino, tipico scienziato pazzo che sembra uscito da una strip di Bonvi o di Magnus & Bunker. Tra i molti litiganti godono Franco e Ciccio, perché la bomba è sempre rimasta impigliata nella rete del peschereccio anche se nessuno lo sapeva.
Finisce che la recuperano involontariamente i nostri eroi e mettono su un’azienda multinazionale capace di ricattare le superpotenze. La sequenza finale vede Franco e Ciccio vivere tranquilli con la bomba atomica in giardino, contornati da belle ragazze e da servizievoli ex spie, consapevoli che il dito di Ciccio puntato sul meccanismo potrebbe attivare l’esplosione nucleare. Fulci inserisce in una farsa che smitizza i temi dell’action-movie spionistico un messaggio contro i pericoli della guerra atomica. Il film è girato in techniscope tra Egitto e Roma, con alcuni problemi perché Franco e Ciccio non amano viaggiare in aereo e non sono abituati ad andare all’estero. I due siciliani sono paranoici e pieni di pregiudizi, al punto che si portano da casa scatolette, pasta, acqua minerale e rifiutano di mangiare la cucina internazionale dell’Hotel Hilton. Si narra che credano alla favola degli egiziani che sarebbero soliti sodomizzare i turisti e per questo motivo non si fanno vedere molto in giro. Come rubammo la bomba atomica è uno dei più esilaranti lavori comici interpretati da Franco e Ciccio, pieno di ritmo e di gag indovinate, rapido, privo di tempi morti. Bonvi partecipa in via amichevole perché è scenografo e autore dei Caroselli interpretati dai due comici siciliani.
Il film è prezioso perché contamina il filone di James Bond con la comicità da avanspettacolo, tutta frizzi, lazzi e doppi sensi, tipica di Franco e Ciccio. Rarità da punto di vista produttivo, perché se sono frequenti le coproduzioni con Spagna e Francia è insolito vedere un lavoro italo – egiziano. Pellicola numero 59 della filmografia di Franco e Ciccio, girato negli studi Incir – De Paolis (interni) e in Egitto (esterni), cita a piene mani il cinema fantastico di Mario Bava e Antonio Margheritui, soprattutto per una fotografia dai colori accesi (giallo e rosso) e per molti manufatti artigianali: la bomba, la macchina per la tortura, il modellino di aereo, la macchina della verità, la mummia e il laboratorio del Dottor Sì. Il riferimento alla saga di James Bond è Agente 007 – Thunderball: Operazione tuono (1965) di Terence Young, il quarto film della serie. Lucio Fulci si dimostra grande regista quando gira suggestivi esterni tra il Nilo, il deserto del Sahara, la valle delle Piramidi e la Sfinge, al punto che in alcune sequenze sembra di intravedere le immagini del fiume Hudson nell’incipit de Lo squartatore di New York (1982) e il battello dei morti viventi in Zombi 2 (1979). Franco e Ciccio sono esilaranti, i doppi sensi si sprecano, le battute si susseguono senza soluzione di continuità. I ruoli dei due attori sono ancora indecisi, perché se è vero che Franco è il mamo, è anche vero che Ciccio non interpreta lo sciocco che si crede furbo, almeno non fino in fondo, perché pure lui non ne azzecca una. Alcune battute esemplificative. Franco: “Morto un nonno se ne fa un altro”. Franco: “Luce! Luce!” Egiziano: “A noi!”. Franco: “Hai visto la bimba e te ne freghi della bomba!”. Franco (rivolto al Dottor Sì): “Bacio le pinze a vossia!”. Franco (al telefono con gli americani): “Se non ci date Ursula Andress a schifio finisce!”.
La critica non parla molto della pellicola. Paolo Mereghetti si dimentica di citare il film. Pino Farinotti assegna due stelle senza dare giudizi di sorta. Morando Morandini concede due stelle e afferma: “Parodia di grana grossa, ma con più d’un colpo messo a segno, del genere di spionaggio alla 007”. Il più entusiasta è Marco Giusti: “Geniale parodia bandistica di bandiera italo – egiziana. Fulci riesce a imbastire una trama decente e delle gag notevoli che giocano con la povertà del tutto e la grossolanità della situazione. Fantastico”. Simone Buttazzi – che cita un mio giudizio per una pagina intera nella guida al film edito da Hobby & Work – afferma. “Il penultimo dei tredici film girati da Fulci insieme ai due pupi siciliani è anche uno ei più spassosi in assoluto, una vera chicca per cinefili a cominciare dalla precisione con cui smantella il mito di James Bond”. Inutile dire che siamo molto vicini ai pareri di Giusti e Buttazzi. Perdoniamo una trama modesta e fumettistica, perché il brio da avanspettacolo riscatta la povertà delle situazioni. Inoltre un grande regista come Fulci mostra una notevole perizia tecnica che anticipa il suo cinema più importante.
Regia: Lucio Fulci. Soggetto e Sceneggiatura. Roberto Gianviti, Sandro Continenza, Amedeo Sollazzo. Fotografia: Fausto Rossi. Musica: Lallo Gori. Montaggio: Nella Nannuzzi. Ispettore di Produzione: Albino Morandin. Direttore di Produzione: Piero Ghione. Assistente alla Regia: Giovanni Fago. Truccatore: Andrea Riva. Architetto: Mario Giorsi. Costumi: Berenice Sparano. Arredatore: Umberto Turco. Produzione: Five Film Fono Roma, con la collaborazione di Copro Film (Il Cairo). Teatri di Posa: Incir De Paolis. Girato: Technicolor – Techniscope. Interpreti: Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Julie Ménard, Eugenia Litrel, Youssef Wahby, Adel Adham, Franco Bonvicini (Bonvi), Gianfranco Morici, Leda Palma, Bruno Ukmar, Silvana Bacci, Abd El Menem Ibrahim, Mario Barboni, Enzo Andronico (nei titoli di testa è citato come Nadronico), Rodolfo Scarchilli, Mario Guizzardi.
Per vedere il film integrale: http://www.youtube.com/watch?v=xvGN59hjDOg
Gordiano Lupi
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