Citazioni: Colson Whitehead, La ferrovia sotterranea


Citazioni tratte da: La ferrovia sotterranea di Colson Whitehead

Decise che il pezzo di terra davanti alla sua capanna era il punto più adatto per la cuccia del cane. Fino a quel momento Cora per lui era stata invisibile, ma ora le cercava gli occhi ogni volta che se la trovava nei paraggi, per avvertirla del fatto che invisibile non lo era più.

«Ciascuno è uno stato di possibilità, con le proprie usanze e un certo modo di fare le cose. Attraversandoli, vedrete tutta l’ampiezza del paese prima di arrivare all’ultima fermata».

Il Grande Spirito viveva in tutte le cose: la terra, il cielo, gli animali e le foreste; ci scorreva attraverso e le collegava in un flusso divino. Anche se il padre di Ridgeway sdegnava i discorsi religiosi, quella dichiarazione di fede nel Grande Spirito gli ricordava il rapporto che aveva lui con il ferro. Non credeva in nessun dio se non nel ferro incandescente che modellava nella sua fucina. Aveva letto dei grandi vulcani, della città perduta di Pompei distrutta dal fuoco che era sgorgato dalle profondità delle montagne. Il fuoco liquido era il sangue stesso della terra. La sua missione era battere, pressare e plasmare il metallo per creare gli oggetti utili che facevano funzionare la società: i chiodi, i ferri di cavallo, gli aratri, i coltelli, le pistole. Le catene. Forgiare lo spirito, così lo chiamava.

«Lo spirito va forgiato, ragazzo mio». Un giorno avrebbe trovato anche lui il suo spirito, gli diceva il padre.

Ecco qual era il vero Grande Spirito, il filo divino che collegava tutte le umane imprese: se una cosa sai tenertela stretta, è tua. La tua terra, il tuo schiavo o il tuo continente. L’imperativo americano.

Corpi rubati che lavoravano terra rubata. Era un motore che non si fermava, la sua caldaia mai sazia si alimentava a sangue. Con le operazioni chirurgiche descritte dal dottor Stevens, pensò Cora, i bianchi avevano cominciato davvero a rubare ai neri il futuro. Ti aprivano e te lo toglievano da dentro, ancora sgocciolante. Perché è questo che si fa, togliendo a qualcuno il figlio appena nato: gli si ruba il futuro. Lo si tortura il più possibile finché è su questa terra, e poi gli si leva la speranza che un giorno la sua gente vivrà giorni migliori.

L’unico modo per sapere quanto a lungo si è rimasti smarriti nelle tenebre è essere salvati.

Passare da un lato all’altro di una singola strada trasformava l’accento delle persone, determinava la grandezza e le condizioni delle case, la dimensione e il carattere dei sogni.

Per la prima volta Cora era passata da uno stato a un altro senza usare la ferrovia sotterranea. I tunnel l’avevano protetta. Il capostazione Lumbly aveva detto che ogni stato rappresentava una nuova possibilità, ciascuno con le sue usanze. Il cielo rosso le faceva immaginare con terrore quali fossero le regole di quel nuovo territorio.

Il mondo può anche essere cattivo, ma le persone non devono esserlo per forza, possono rifiutarsi.

Titolo: La ferrovia sotterranea
Autore: Colson Whitehead
Prezzo copertina: € 20.00
Editore: Sur
Collana: BigSur
Traduttore: Testa M.
Data di Pubblicazione: settembre 2017
EAN: 9788869980879
ISBN: 8869980871
Pagine: 376

 

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