A cura di Katia Ciarrocchi
Handel era il Giove della Musica. I suoi “Alleluia” aprono i cieli. Pronuncia la parola “Wonderful” come se tutte le trombe del cielo suonassero assieme.
Poi, quando scende in terra a gettare l’amore fra ninfe e pastori (giacchè le cose belle di tutte le religioni trovano posto in lui) le sue melodie stillano latte e miele ed il suo amore è la primavera dell’età delll’oro.
Leigh Hunt
Tutta la sfera emotiva si mette in “ballo” quando leggi, ascolti, vivi le pagine di “Händel e un destino perverso”, un libro di 335 pagine che mi ha permesso di (ri)scoprire in tutta la sua meraviglia Händel.
Carl Michael Edenborg ha ripercorso la vita e l’opera del compositore tingendola mano mano di emozioni provate dallo stesso autore, nel “mettere in scena un periodo così emozionante della storia europea”.
Il direttore che addomestica le belve di un’orchestra, brandendo la bacchetta come la frusta, spalle rivolte al pubblico, divenne il mio modello. Non sapevo ancora l’esistenza dei compositori, credevo che il direttore d’orchestra facesse nascere la musica come per incanto, dal caos di animali addomesticati e vestiti a festa.
Ancora piccolo, Händel, è affascinato dalla figura del direttore d’orchestra mostrando una fortissima passione per la musica, ma il suo più grande ostacolo è il padre, che vuole farne un uomo di legge.
Händel non demorde e aiutato dalla madre e dalle donne di casa, riesce ad esercitarsi su un cembalo nascosto nel granaio.
Il Duca di Sassonia, dopo aver ascoltato casualmente il piccolo Georg che suonava l’organo, riuscì a convincere il padre ad assecondare le inclinazioni musicali del giovane; fu quindi affidato a quello che fu il suo primo, e anche unico, maestro, l’abile organista e compositore Zachau, figura importantissimo per la formazione di Handel.
Dopo la morte del padre iniziò a viaggiare: si recò ad Amburgo, dove scrisse le prime opere. In seguito si recò in Italia, dove visse intensamente, perfezionando la propria tecnica compositiva; rappresentò opere nei teatri di Firenze, Roma, Napoli e Venezia e conobbe e frequentò Scarlatti, Corelli, Marcello. A Roma fu al servizio del cardinale Pietro Ottoboni, mecenate anche di Corelli e Juvarra. Per due anni fu ospite del Principe Francesco Maria Ruspoli, che lo nominò Maestro di cappella.
Dopo essere stato per breve tempo direttore musicale alla corte di Hannover, nel 1711 si trasferì a Londra per rappresentarvi il Rinaldo, che ebbe un notevole successo. Così Händel decise di trasferirsi definitivamente in questa città, in cui fondò un teatro reale dell’opera, il Royal Academy of Music.
La maestria di Carl Michael Edenborg non è solo il ripercorrere la vita del compositore, ma è nel colorire e arricchire i vari passaggi con crescente andirivieni di momenti topici nella formazione musicale del compositore. Il vissuto e i rapporti che hanno influenzato il modo di essere di un uomo che si credeva “dio” e in quanto tale trasportava tutte le emozioni su di uno spartito.
Avevo intuito che scrivere significava depositare scarabocchi di inchiostro su un foglio di carta, che poi qualcuno, altrove e molto tempo dopo, avrebbe decifrato sottoforma di parole.
Norra Skane ha definito Händel e un destino perverso “una vera orgia attraverso la sensualità di Händel”, cosa che mi trova pienamente d’accordo.
E’ un libro che ti incanta e ti trasporta oltre le parole, dove la musica prende possesso dell’anima e le membra godono di ogni vibrazione.
Katia Ciarrocchi
Titolo: Händel e un destino perverso
Traduttore: Vaccari L.
Editore: Imprimatur
Prezzo: € 18.00
Collana: Fuoco
Data di Pubblicazione: Febbraio 2015
ISBN: 8868302209
ISBN-13: 9788868302207
Pagine: 400
Reparto: Narrativa