A cura di Gordiano Lupi
Candido erotico è il miglior film di Claudio Giorgiutti, modesto attore – regista noto come Claudio Giorgi, che spesso si fa chiamare Claudio De Molinis, in onore alla terra natia (Molinis Di Tarcento, Udine, 1944). Melodramma erotico a tinte romantiche pervaso di un erotismo malsano e di graffianti messaggi antiborghesi. Carlo (Carven) è un sexy performer italiano (di Rovigo) che trova lavoro in un porno shop di Copenaghen dove incontra la vecchia fiamma Veronique (Baxa), fotografa perversa che ha sposato il vizioso Paul (Guglielmi), padre di una figlia modello come Charlotte (Carati). Veronique e Paul amano far l’amore in tre con la collaborazione di Carlo, ed è il marito che lo chiede, uomo moralmente rispettabile, che sfoggia alti valori in pubblico ma è il personaggio più depravato. Vizi privati e pubbliche virtù, come da antica lezione della storia.
Charlotte e Carlo si conoscono, si innamorano e decidono di sposarsi, vanno in viaggio di nozze a Roma, ma si accorgono che il rapporto erotico non funziona. Carlo può possedere Charlotte soltanto in presenza di estranei, ormai è marcio – come dirà Veronique – e non può vivere una storia d’amore normale. Un giorno Charlotte scopre l’intrallazzo erotico tra il padre, la matrigna e il marito, ultimo colpo per la sua traballante psicologia. Carlo e Charlotte riescono a far l’amore in pubblico, durante uno spettacolo, ma è il preludio della fine, perché la ragazza decide di fuggire verso una nuova vita.
Tra gli interpreti segnaliamo la presenza del transessuale Ajita Wilson che si nota in alcuni plastici nudi nel ruolo di sexy performer. Molto bravo lo statunitense Carven, che nel cinema italiano non ha fatto molto (Al di là del bene e del male, Cattivi pensieri, Bluff…), ma che in questo film canta persino la canzone country dei titoli di testa e di coda. Bravissima Lilli Carati, sensuale e ispirata, ben calata nella parte della studentessa innamorata, ottima interprete di sequenze erotiche perverse e piuttosto hot. Maria Baxa è affascinante, una deliziosa slava di Belgrado nata nel 1948 (o nel 1949 secondo altre fonti) che ha lavorato quasi esclusivamente nel campo dell’erotico e del poliziottesco. Convince anche Marco Guglielmi in una parte – per lui insolita – da padre perverso che contempla brevi sequenze erotiche. Fernando Cerulli, invece, è a suo agio in un ruolo consueto da voyeur, che apprezziamo durante un rapporto tra Carven e Carati all’interno di un vagone ferroviario.
Il film è ben ambientato in una Copenaghen gelida e nordica, fotografata con toni nitidi che volgono in ocra per immortalare il tramonto. Bravo Emilio Loffredo che riesce a passare dal panorama surreale di un Luna Park in abbandono ai quartieri a luce rossa, divagando per boschi, laghi, fiumi e campagna verdeggiante. Ottima la colonna sonora di Nico Fidenco, suadente e romantica, con pezzi di pianoforte e struggenti assolo di tromba. Le coreografie erotiche sono ben fatte, non disturbano, interpretate con disinvoltura sul palcoscenico di un night. La parte erotica è girata con perizia insolita per De Molinis, soprattutto le sequenze con i guardoni di turno – il pescatore e il viaggiatore – sono intense e perverse al punto giusto. Molti nudi, plastici e decorativi, ma anche tanto erotismo raffinato, patinato, realizzato con gusto.
Al tempo stesso la parte romantica non lascia a desiderare, ma è confezionata con passione e la storia convince, si lascia seguire con trasporto. Sguardi che s’incrociano, primi piani intensi dei protagonisti, da film romantico, stile Love Story. Luigi Bernardi – scrittore che ci ha lasciati troppo presto – scrive un soggetto interessante e originale, un’insolita storia d’amore impossibile, tra due persone che si amano, con la variante della gelosia della vecchia amante, matrigna della figlia che contrasta il rapporto. Ma il vero rivale è il marcio che cova dentro l’uomo, la corruzione che gli impedisce di vivere una storia normale.
Candido erotico – rende molto di più il titolo inglese A man for sale – a tratti ricorda il clima dei lacrima movie e infatti l’amore impossibile finisce in lacrime dopo la consumazione del rapporto in pubblico, perché entrambi comprendono di non poter vivere insieme. Melodrammatico il finale che vede Carven specchiarsi con tristezza in camerino e togliersi il trucco di scena, mentre un ispirato montaggio alterna immagini della ragazza che fugge dalla sua vita. Molti messaggi politici in funzione antiborghese, contro l’ipocrisia dei benpensanti, che lasciano il posto a lunghe corse sul mare e passeggiate romantiche, ma anche a intense parti erotiche.
Non mancano sequenze psichedeliche e oniriche, festini e orge a base di coca, spinelli e sesso che si interrompono in visioni romantiche della donna amata. De Molinis (ma forse è Bernardi) cita persino Hobbes: Non credo in Dio, ma nell’uomo e nella bestia che c’è in lui. Molti piani sequenza struggenti e poetici rendono quasi unico questo melodramma erotico – esistenziale che consigliamo di recuperare e di rivedere senza i pregiudizi tipici della critica con la puzza sotto il naso. Per tutti Mereghetti che lo definisce kitsch e moralistico. Abbiamo visto lo stesso film?
Gordiano Lupi
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