Recensione: Camilla Vivian – La buona educazione. Quando la campanella diventa musica


Quando ho iniziato a leggere La buona educazione. Quando la campanella diventa musica di Camilla Vivian, sono stata subito colpita dallo stralcio in cui l’autrice racconta come, nel 2022, alle ragazze afghane sia stato vietato di frequentare la scuola secondaria. Questa notizia, purtroppo reale e attuale, ha rappresentato per me una ferita aperta, un pugno nello stomaco.
Viviamo in un mondo che ama definirsi “avanzato”, tecnologicamente evoluto, interconnesso, globale. Eppure, la realtà dei fatti ci dimostra che su alcuni diritti fondamentali – come quello all’istruzione – siamo ancora lontani anni luce da quell’idea di civiltà che ci illudiamo di aver raggiunto. Mentre in alcune parti del mondo le bambine crescono sognando un futuro libero grazie alla scuola, in altre parti l’accesso al sapere viene negato, in modo brutale e sistematico. E ciò che più mi fa male è la consapevolezza che l’esclusione dall’istruzione non è “solo” la negazione di un banco o di un libro: è la negazione dell’indipendenza, della libertà di scelta, della possibilità di costruire una vita diversa.
Camilla Vivian affronta questo tema con grande delicatezza ma anche con fermezza, senza mai indulgere in retorica o pietismo.
Attraverso dati, esempi concreti e una riflessione sempre lucida, l’autrice ci invita a guardare non solo alle tragedie lontane, ma anche ai limiti nascosti nei nostri sistemi scolastici “evoluti”. Perché se da un lato possiamo essere orgogliosi di avere scuole aperte a tutti, dall’altro dobbiamo riconoscere che l’inclusione, il rispetto delle differenze, l’attenzione al benessere emotivo degli studenti sono ancora traguardi parziali, talvolta più proclamati che realizzati.
Le parole di Fabrizio Acanfora nella prefazione aggiungono una voce intensa e necessaria a questa riflessione, quando racconta di come, da studente autistico non ancora diagnosticato, si sia sentito costretto a negare parti di sé per poter “adattarsi”, non possiamo non sentire tutta la fragilità e la durezza di un sistema che non sa – o non vuole – mediare, comprendere, integrare. Acanfora ci ricorda che essere diversi non dovrebbe significare essere soli. E che l’educazione vera non è addomesticamento, non è spingere tutti verso uno stesso modello di “normalità”, ma è un atto di liberazione, di rispetto profondo delle caratteristiche individuali di ogni studente. La scuola, come sottolinea con forza, non dovrebbe essere luogo di subordinazione o conformismo, ma uno spazio vivo di esplorazione e crescita personale.
Un ambiente dove ciascuno possa sentirsi accolto, valorizzato, accompagnato nel proprio percorso, senza essere obbligato a rinunciare alla propria unicità per poter “esistere” nella comunità.
La buona educazione è un libro che fa bene leggere, ma ancora di più fa bene “sentire”, è una chiamata alla responsabilità collettiva: non possiamo considerarci pienamente evoluti finché anche una sola bambina, in qualsiasi parte del mondo, sarà esclusa dalla possibilità di studiare.
Non possiamo definirci un mondo giusto finché l’istruzione sarà un privilegio e non un diritto inviolabile. Non possiamo dirci educatori, insegnanti o semplicemente adulti responsabili se non riconosciamo e abbracciamo la diversità come un valore, e non come un problema da risolvere.
Vivian ci mostra come sia possibile immaginare una scuola diversa: una scuola che non sia solo trasmissione di nozioni, ma anche luogo di crescita personale, di educazione alla convivenza, di cura delle relazioni.
Con questo libro, ho sentito forte il desiderio di non rimanere spettatrice, di impegnarmi, per quanto posso, a coltivare e diffondere l’idea che educare significhi, prima di tutto, riconoscere l’altro nella sua dignità, nella sua complessità, nella sua unicità. E forse, un giorno, grazie anche a piccoli gesti quotidiani, la campanella della scuola potrà davvero suonare come una musica di libertà per tutti. Nessuno escluso.

Titolo: La buona educazione. Quando la campanella diventa musica
Autore: Camilla Vivian
Prezzo copertina: € 16,00
Editore: Settenove
Collana: Lo scellino
Data di Pubblicazione: 21 febbraio 2025
EAN: 9791281477025
ISBN: 1281477028
Pagine: 144

Citazioni tratte da: La buona educazione. Quando la campanella diventa musica

La scuola deve essere il luogo in cui si forma il pensiero sociale e si costruisce il futuro. (pag 24)

Le persone giovani vengono spinte all’assenza di pensiero perché questo genera egoismo. (pag 29)

Ogni individuo è unico e riesce a relazionarsi in modo sano solo quando può esprimere la sua personalità e la sua identità liberamente cogliendo e rispettando le infinite varietà degli altri esseri umani con cui condivide gli spazi. (pag 53)

Bisogna sempre consentire alla comunicazione di essere aperta e libera. A volte, scegliere di fare una domanda piuttosto che una dichiarazione può portare un’esperienza più positiva. Non sempre la persona adulta deve offrire risposte. (pag 66)

Purtroppo, quando si parla di salute mentale difficilmente si pensa al benessere di una persona ma piuttosto alla vergogna che provoca l’idea di non stare bene psicologicamente. (pag 72)

Katia Ciarrocchi
© Redazione Lib(e)roLibro

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