Caino
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Questa, noi la chiamiamo obbedienza dovuta, disse l’angelo. Poi, zoppicando sull’ala destra, con l’amaro in bocca per il fallimento della missione, la celestiale creatura se n’è andata, anche abramo e suo figlio sono ormai in cammino verso il luogo dove li aspettano i servitori, e adesso, mentre caino sistema le bisacce sulla groppa del giumento, immaginiamo un dialogo tra l’aguzzino frustrato e la vittima salvata in extremis. Domandò isacco, Padre, che male ti ho fatto perché tu abbia voluto uccidermi, proprio io che sono il tuo unico figlio, Male non me ne hai fatto, isacco, Allora perché volevi tagliarmi la gola come se fossi un agnello, domandò il ragazzo, se non fosse apparso quell’uomo a trattenere il tuo braccio, che il signore lo copra di benedizioni, ora staresti riportando a casa un cadavere, L’idea è stata del signore, che voleva fare la prova, La prova di che, Della mia fede, della mia obbedienza, E che razza di signore è questo che ordina a un padre di uccidere il proprio figlio, E il signore che abbiamo, il signore dei nostri antenati, il signore che c’era già quando siamo nati, E se quel signore avesse un figlio, farebbe uccidere anche lui, domandò isacco, Lo dirà il futuro, Allora il signore è capace di tutto, del bene, del male e del peggio, Proprio così, Se tu avessi disobbedito all’ordine, che sarebbe successo, domandò isacco, E costume del signore man-dare la rovina, o una malattia, a chi gli è venuto meno, Allora il signore è rancoroso, Penso di sì, rispose abramo a voce bassa, come se temesse di essere udito, al signore niente è impossibile, Neanche un errore o un crimine, domandò isacco, Gli errori e i crimini soprattutto, Padre, non mi ci trovo con questa religione, Dovrai trovartici, figlio mio, non avrai al¬tro rimedio, e ora devo farti una richiesta, un’umile richie¬sta, Quale, Che dimentichiamo quello che è capitato, Non so se ne sarò capace, padre mio, mi vedo ancora sdraiato su quella legna, legato, e il tuo braccio alzato, col coltello lì a brillare, Quello non ero io, nel pieno delle mie facoltà non lo avrei mai fatto, Vuoi dire che il signore fa impazzire le persone, 69 |
Titolo: Caino
Autore: José Saramago
Traduttore: Desti R.
Editore: Feltrinelli
Collana: I narratori
Data di Pubblicazione: Aprile 2010
ISBN: 8807018063
ISBN-13: 9788807018060
Pagine: 142
Formato: brossura
Reparto: Narrativa > Narrativa contemporanea