Scogli emersi/ fendono bianchi mari./ Pace migrante. (Albert)
Altri già varcarono il confine/ fragili umani esposti all’infinito. (Lenny)
Da un lato gli infiniti spazi engadinesi, cuore d’Europa, terra eletta di Arte, Natura e Cultura: vette che s’elevano nell’azzurro profondo, quasi blu, di un cielo da vertigine, e la neve che scintilla. E fra quelle maestose rocce e dolci ondulazioni brevi ombre umane che si muovono in silenzio e con rispetto nell’aria pura e rarefatta dell’altitudine che avvicina al mistero. Dall’altra parte, invece, le mura di un carcere: impenetrabile cemento separatore, che pur contiene un’umanità brulicante di pensieri e sentimenti brucianti, dolore, ma anche speranze non interrotte. Che cosa hanno in comune questi due mondi? Apparentemente nulla.
Un giorno all’interno del Laboratorio di lettura e scrittura creativa attivo nella Casa di reclusione di Opera-Milano sono giunte 33 stampe fotografiche di Marco Liva (firmatosi, in una giocosa finzione, Ocram Avil, fotografo scialpinista siberiano), esperto camminatore e arrampicatore milanese innamorato di quei luoghi sospesi fra Nietzsche e Segantini, fra superba semplicità e meravigliosa complessità, trionfo degli elementi naturali in un mosaico di armonia e bellezza. E le persone detenute partecipanti a tale Laboratorio, insieme con i volontari, hanno commentato con propri versi quelle incantate immagini. Ne è scaturito un libro di assoluta delizia e delicatezza: Bianche salite. “Lo spazio sconfinato, la bellezza prorompente della natura segnata da una presenza umana discreta e defilata, il senso di libertà piena e assoluta si sarebbero profondamente contrapposti a una quotidianità fatta di orizzonti murati, di corridoi vuoti e semibui, di umanità silenziosa e rassegnata, di ruggine e di sbarre”.
Ciascuno ha scelto uno scatto e l’ha liberamente commentato utilizzando le più disparate tecniche poetiche: dal verso libero all’haiku. Le poesie sono state poi firmate con il solo nome di battesimo, senza distinzione di “ruoli imprigionanti”.
Il destino ha infine voluto che il primo ideatore del progetto, Marco Liva, lo scorso agosto trovasse la morte in un tragico incidente in montagna, proprio in quei luoghi vissuti e celebrati con tanto amore, anche da coloro che giacciono nelle celle di ferro e cemento, mai probabilmente avvicinatisi a quei templi di roccia e neve, fra celeste e nubi.
Martedì 13 marzo (ore 18) si presenterà al Centro Svizzero di via Palestro 2, Milano, la nuova edizione, trilingue, di Bianche salite (edita da Book Time). Il Piz Surgonda, lo Julierpass, il Piz Uter, Zuoz, il Piz Roccabella e il Belvair, la Val di Fex e il Piz Chaputschin, la Val Minor e Diavolezza. La Fuorcla d’Agnel, il Pizzo Scaglia e la Crasta Mora, Zernez e il Piz Laschadurella, Samedan, il Piz Campagnung e il Grevasalvas… Una successione di luoghi quanto mai evocativa. Visioni, pur tangibili. In bilico, affaticati/ camminiamo a passi incerti/ sognando traguardi infiniti. (Luca)
Lievi pianure di nebbia in quota. Nuvole sfilacciate come pensieri in cerca. Occhi di pietra. Riflessi di diamante è il sole. Le cortine del cielo. L’ansia, il respiro della libertà. Sapendo della propria finitezza/ l’uomo tende sempre/ verso l’infinito/ lasciando tracce di sé… (Roberto)
Marco Liva, lassù, sorride.
Alberto Figliolia
Titolo: Bianche salite. 33 scatti fotografici di Ocram Avil, fotografo scialpinista siberiano. Ediz. illustrata
Autore: Ocram Avil
Prezzo copertina: € 25.00
Editore: Book Time
Data di Pubblicazione: giugno 2017
EAN: 9788862182959
ISBN: 8862182953
Pagine: 72