Recensione film “Barriere” di Denzel Washington
L’EPOPEA NERA DI WASHINGTON
La barriera del titolo è una stacciona che un esuberante, logorroico ed egocentrico netturbino di colore di Pittsburgh sta costruendo intorno alla sua casetta, allegoria di un apartheid sociale e intimo nel quale Troy si dibatte rifiutando il nuovo, tradendo la moglie, castigando il figlio che guardano al futuro, negli anni ’50 delle prime rivolte razziali. Nel testo Premio Pulitzer del più importante drammaturgo afroamericano, August Wilson (1945-2005), la star afroamericana più potente a Hollywood cerca la consacrazione dell’epopea nera, dall’eco della schiavitù alle contraddizioni del “posto al sole” alla cecità davanti alla vera emancipazione culturale. Mattatore (già in scena a Broadway) e regista, Washington esaspera la teatralità di set, ma fornisce a Viola Davis un controcanto formidabile.
Silvio Danese
Titolo originale: Fences
Nazione: U.S.A.
Anno: 2016
Genere: Drammatico
Durata: 138′
Regia: Denzel Washington
Cast: Denzel Washington, Viola Davis, Mykelti Willimason, Saniyya Sidney, Russell Hornsby, Stephen Henderson, Jovan Adepo, Dontez James, Toussaint Raphael Abessolo, Christopher Mele