Barbarah Guglielmana – Ometti Oliviani


omettiA cura di Alberto Figliolia

Impossibile non farsi sorprendere da Barbarah Guglielmana. D’origine chiavennasca, medico in quel di Pavia e poetessa i cui versi e le cui idee si diffondono ed effondono per i più vari luoghi. Creatività, sensibilità ed energia: questo è il magnifico groviglio della Guglielmana, la quale peraltro ha il gran merito di prestare la propria voce e presenza a numerose iniziative benefiche o di solidarietà, come quella, lo scorso 27 settembre, di pavia senzatomica, per il “disarmo interiore”. Ultimo dei prodotti artistici dell’immaginifica Barbarah è Ometti Oliviani. Un volumetto, con CD, di altissima poesia, anche se… non contiene un verso! Non ci sono parole in Ometti Oliviani, solo immagini e figurine dall’autrice disegnate. E disegnate dapprima su stipiti, porte e pareti di casa, una sorta di affascinante vecchio “loft” nel centro storico della città sul Ticino. Poi, un giorno, l’idea di raccogliere in un libro questi suggestivi poetici Ometti od Omini (e Omettine). Rappresentazioni che sono anche state portate in una installazione a Paratissima 2014.
“Gli ometti di Barbarah sono pitture rupestri tracciate probabilmente di notte alla tenue luce di un focolare domestico, sagome umane stampate dal flash di una esplosione termonucleare, barbe di filo spinato abbandonate sulle trincee di avamposti sconosciuti”, scrive in una breve, ma splendida, prefazione Dario Quatrini.
“Nascono dal mio amore per Olivia di Braccio di Ferro, dalla Linea che vedevo da bambina, dalla passione per le pitture rupestri e per il grande Giacometti”, conferma e spiega la nostra poetessa-artista. Le vie della fantasia sono davvero infinite.
Il libro è dedicato a G.P – Perché ognuno di noi ha un suo amico immaginario –, “un ragazzo che seguivo quando avevo iniziato la mia professione di medico presso un centro di riabilitazione per psichiatrici e disabili. Lui aveva una grave schizofrenia. Vedeva sempre persone che lo chiamavano”.
Invero gli Ometti Oliviani, da soli in coppia in gruppo, sono belli rassicuranti accorati scombinati gioiosi disarticolati gommosi lineiformi curvilinei stilizzati efficienti preistorici futuribili arcaici da avanguardia onirici luminosi.
“L’opera è in 99 copie, con 99 identificativi numerati, con gli stessi Ometti ripresi “dal reale” e “animati” da mio fratello Ivan Francesco”, prosegue Barbarah.
Il 5 dicembre, alle ore 17,30, si presenterà a Pavia, al Social Caffè-Punto d’incontro, in Corso Garibaldi 24, il prezioso (e snodabile) libriccino, il CD e la rappresentazione dell’installazione già portata a Torino.
Ma una poesia di Barbarah Guglielmana la vogliamo comunque regalare(ed è pure in tema)…
“Ho visto l’omino di sabbia che incontrava l’omino/ di polvere,/ in uno svincolo che non conoscevo/ Mi sono nascosta/ alla loro trasparenza/ e alle loro parole leggere/ Mi sono sentita pesante,/ ingombrante nella mia materia/ incombente anche a me stessa/ Mi sono tolta la parola/ Il silenzio ricercato mi ha avvicinata/ al loro mistero nascosto/ e percettibile.” (12.X.2014, in camera)

Alberto Figliolia

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