Raccontare uno spettacolo dei Momix è quanto di più semplice possa esservi, tanta è la struggente bellezza che ci scava dentro nel momento degli innumerevoli quadri della ‘performance’, coinvolgendo la sfera sensoriale e quella emotiva in una commistione/immersione senza pari né limiti. Semplice e anche difficile poiché non vi sono aggettivi bastevoli per narrare quell’insieme perfetto di danze, musiche, scenografie, coreografie, movimenti, sogni, proiezioni della fantasia, suggestioni disparate.
I Momix, di nuovo nel Bel Paese, si presentano al Teatro Lirico Gaber di Milano fino al 26 maggio con Back to Momix… “uno spettacolo nato dal desiderio di tornare a calcare le scene dopo anni difficili che hanno allontanato la compagnia dal suo pubblico, con il desiderio di leggerezza e spensieratezza, peculiarità della compagnia, e uno sguardo sempre teso al futuro: da qui il gioco di parole del titolo che richiama un classico della cinematografia anni ’80.”
Sono circa 90′ (escluso l’intervallo di 20′) che volano in preda allo stupore, con l’illusione che si fa materia e viceversa, in un gioco di corpi e di possibilità infinite, fra luci che vibrano, paesaggi alieni, fantasmagorie ecologiche, respiro cosmico, atmosfere oniriche, tableaux vivants, danze serpentine, specchi che raddoppiano le percezioni, veli e voli, evoluzioni, figurazioni di meravigliose e stravaganti creature, stranimali, tele astratte, fiori che esplodono al cielo, ironia lieve, impensabili plasticità, rare e prodigiose contaminazioni e, come detto, bellezza coniugata con un’ineguagliabile invincibile armonia.
“Momix, che di anni ormai ne ha 43, non sembra accorgersene ed affronta le sfide della gravità, le acrobazie dei suoi incredibili ballerini e il trasformismo dei suoi personaggi che evocano sensazioni e colori sempre nuovi con gli occhi di un bambino un po’ cresciuto, Moses Pendleton, carismatico direttore artistico e creatore di innumerevoli spettacoli di successo.”
Vengono riproposti estratti dei grandi classici, sedimentati nell’immaginario collettivo in una storia mai scontata e sempre oltremodo originale: MomixClassics, Passion, Baseball, Opus Cactus, SunFlower Moon, Bothanica, Alchemy. Un autentico profondissimo incanto. Uno splendore creativo che colma gli animi sovente travagliati dalla frenesia della contemporaneità. Il dinamismo dei Momix è altamente meditativo!
I ballerini-illusionisti diretti dal geniale Moses Pendleton posseggono la “capacità di evocare un mondo di immagini surreali facendo interagire corpi umani, costumi, attrezzi, giochi di luce.”
Ricordiamo che la compagnia ha ricavato il proprio nome da un assolo ideato da Moses, che allora faceva parte dei Pilobolus Dance Theatre, in occasione dei Giochi Olimpici 1980 disputati negli States, in quel di Lake Placid. Per quanto nel dipanarsi del tempo si siano avvicendati vari elementi nel gruppo, a seconda dei casi ampliandone o diminuendone le dimensioni, il messaggio originale e l’impegno – possiamo chiamarlo per traslato ‘genius loci’? – sono rimasti i medesimi. Per il nostro godimento, per il nostro piacere intellettivo ed emozionale.
Si rischiano gli effetti della Sindrome di Stendhal con i Momix. Invero, come detto, è ‘solo’ gioia, prezioso arricchimento culturale e sentimentale. Bellezza e armonia.
Alberto Figliolia
Back to Momix. Fino al 26 maggio. Teatro Lirico Giorgio Gaber, via Larga 14, Milano.
Info: tel. 020064081 (tasto 2 per Teatro Lirico); SMS o WA 3453677167; e-mail info@teatroliricogiorgiogaber.it; e-mail biglietteria boxoffice@teatroliricogiorgiogaber.it; sito Internet teatroliricogiorgiogaber.it.