Tratto da Le nuove lettere di Antonio Gramsci, Roma 1986 p.31
«Siamo stati troppo poco insieme, e quel poco ancora l’abbiamo rubato dal caso: la nostra felicità era un contrabbando del giorno per giorno, goduto in una misteriosa capanna della foresta. Ciò ha lasciato troppo rimpianto in tutto il nostro essere, troppe vibrazioni che continuavano e continuavano ad agitarci insoddisfatte. Ecco la causa del nostro passeggero malessere. In fondo non abbiamo avuto il tempo di sentirci marito e moglie: siamo stati sono degli amanti in luna di miele. Io non posso pensare senza una profonda commozione a questo periodo che ci ha dato la felicità e ci ha unito moralmente e intellettualmente. Ricordi le tue esitazioni? Avevi ragione e io lo sentivo: ma più avevo ragione io. Se io fossi partito senza che le nostre vite si fossero fuse, senza che la felicità di essere l’uno dell’altro avesse fatto più fortemente vibrare tutto il nostro essere, avremmo noi superato questa crisi, che è stata poi così piccola cosa? Non lo so. Tanto sono cambiato che non so neppure immaginare ciò che sarebbe altrimenti successo, ma nulla di bene, io credo. Il nostro sarebbe stato, e più ci sarebbe sembrato con la lontananza, un piccolo romanzo, un biancomangiare alla Matilde Serao. Così mi pare, almeno, per quanto possa riuscire a ricostruire in ipotesi assurda. Oggi invece penso così: – e se anche, per una dannata ipotesi, dovessi rimanere ancora per molto tempo lontano Iulca, cosa succederebbe? Certo mi struggerei parecchio: il pensiero di altre vite che si svolgono lontano da me sarebbe un assillo continuo, ma non per ciò dispererei o sarei meno forte. Attenderei e varrebbe pure il giorno in cui ci si ritroverebbe insieme, e si tornerebbe bambini e ci si mostrerebbe la lingua e il tempo passato sembrerebbe cancellato d’un tratto dal ricordo. Ciò penso oggi, anche perché sono sicuro di rivederti tra breve, di nuovamente tenerti tra le mie braccia, per baciarti gli occhi, per baciare i tuoi polsi, il tuo collo, per baciarti tutta, appassionatamente, come un bambino goloso. Perché ti voglio immensamente bene, e capisco come possano assumere un significato reale anche le espressioni che sembrano divenute banali».
Titolo: Nuove lettere di Antonio Gramsci con altre lettere di Piero Sraffa
Autori: Antonio Gramsci, Piero Sraffa
Curato da: Santucci A. A.
Editore: Editori Riuniti
Prezzo: € 5.16
Data di Pubblicazione: 1986
ISBN: 883592944X
ISBN-13: 9788835929444
Pagine: 112
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