Un anno fa, il 21 gennaio 2012, è scomparso Vincenzo Consolo. Nato in Sicilia, a Sant’Agata di Militello, il 18 febbraio 1933, Consolo è stato uno dei maggiori scrittori italiani contemporanei. Uno degli ultimi “testimoni”, appunto, del nostro Novecento letterario. Il suo approccio narrativo era senz’altro originale. I suoi, non sono veri e propri romanzi (intesi in senso tradizionale). “Non si possono scrivere romanzi”, sosteneva, “perché ingannano il lettore”. Il suo linguaggio fluiva, ricco, verso forme di scrittura intense e avvolgenti. Impossibili da “imbrigliare”». Il post continuava con riferimenti alle pubblicazioni di Consolo: il suo esordio con la Mondadori nei primi anni Sessanta con “La ferita dell’aprile”; il grande libro – giunto nel 1976 – intitolato “Il sorriso dell’ignoto marinaio”. E poi le altre opere, tra cui: “Retablo” (1987), “Nottetempo, casa per casa” (1992, con cui vinse il Premio Strega), “L’olivo e l’olivastro” (1994), “Lo spasimo di Palermo” (1998), “Di qua dal faro” (2001).
Mi piace riportare questo stralcio di intervista (datata 2 agosto 2010), dove Consolo mi raccontò “i suoi inizi” e del suo primo incontro con Vittorini.
«Dopo la laurea sono rientrato in Sicilia. Il mio secondo arrivo a Milano è del ’62. Trovai la città ricostruita, rispetto a quella vista negli anni Cinquanta. Ero tornato perché mi accingevo a pubblicare con Mondadori il mio primo romanzo, “La ferita dell’aprile”. Mi avevano convocato, con un telegramma, alla sede della Mondadori di via Bianca di Savoia per rivedere il testo insieme a Raffaele Crovi, che all’epoca svolgeva la funzione di redattore (dopo esser stato collaboratore di Vittorini ne “I Gettoni” e nella rivista “Il Menabò”). Ricordo che leggemmo il testo insieme. Voleva che modificassi il linguaggio, ma mi opposi. Mi rifiutati anche di inserire un glossario alla fine del libro. Il romanzo fu poi pubblicato in una collana diretta da Vittorio Sereni e Niccolò Gallo, chiamata “Tornasole”. In quell’occasione – proprio lì alla sede della Mondadori – una ragazza mi accompagnò nell’ufficio di Vittorini, che voleva conoscermi. Ci presentammo, ma scambiammo poche parole, più che altro di circostanza. Ricordo in particolare una sera, mentre uscivo dalla casa editrice. Pioveva a dirotto, e mi fermai nell’atrio. Vittorini mi vide e mi chiese dove dovessi andare. “All’albergo”, gli dissi. Così mi invitò a salire in macchina e mi accompagnò. Durante il tragitto regnò il silenzio assoluto. Forse lui si aspettava che gli facessi qualche domanda. E invece… Insomma, due “sicilianuzzi” molto silenziosi».
Ne approfitto per ricordare che Consolo è stato anche un grande giornalista. È appena uscito, per Sellerio (pagg. 243, euro 13, a cura di Salvatore Grassia – Prefazione di Salvatore Silvano Nigro) ESERCIZI DI CRONACA: un volume incentrato sulla collaborazione di Consolo con il rivoluzionario quotidiano siciliano «L’Ora» e contiene articoli di cronaca, inchieste, interviste, questioni letterarie, recensioni, riflessioni civili.
LetteratitudineBlog
LetteratitudineNews
LetteratitudineRadio
LetteratitudineVideo
Titolo: Esercizi di cronaca
Autore: Vincenzo Consolo
Curato da: Grassia S.
Editore: Sellerio Editore Palermo
Prezzo: € 13.00
Collana: La memoria
Data di Pubblicazione: Gennaio 2013
ISBN: 8838929076
ISBN-13: 9788838929076
Pagine: 243
Reparto: Narrativa > Narrativa contemporanea