Recensione: Amy Meyerson – La libreria del tempo andato


“La libreria del tempo andato” di Amy Meyerson, al contrario delle aspettative iniziali, si rivela un’esperienza di lettura deludente e poco coinvolgente. Nonostante la promessa di una trama avvincente incentrata su segreti familiari e una caccia al tesoro letteraria, il libro cade vittima di una narrativa che sembra affaticata e di personaggi che non riescono a catturare pienamente l’attenzione del lettore.
Il romanzo segue la storia di Miranda, una giovane professoressa di storia il cui mondo viene scosso quando riceve una vecchia copia de “La Tempesta” con una frase sottolineata, ultimo messaggio postumo dallo zio Billy, con cui non parlava da anni.
Il prologo del libro ci catapulta indietro nel tempo, presentandoci una Miranda ancora bambina, affascinata dall’amore dello zio Billy per i libri e dalle sue avventure letterarie. La figura di zio Billy, un misto di appassionato lettore e abile organizzatore di cacce al tesoro, diventa un elemento centrale nella vita di Miranda; tuttavia, la sua sparizione improvvisa lascia Miranda senza risposte, creando una breccia nella sua famiglia.
Miranda eredita la libreria Prospero Books e si imbarca in una caccia al tesoro intricata, seguendo gli indizi e i segreti nascosti tra le pagine dei romanzi. La caccia si trasforma in un viaggio di scoperta personale, portando a galla verità sepolte e mettendo a rischio la vita apparentemente perfetta di Miranda.
I personaggi, sebbene ben delineati, mancano di profondità psicologica e risultano a tratti stereotipati, Miranda, nonostante le sue sfide e rivelazioni, non riesce a emergere, e il suo percorso di crescita appare forzato e poco convincente. Anche la dinamica delle relazioni interpersonali, come quella con il fidanzato Joy, sembra superficiale e poco sviluppata.
La componente letteraria del romanzo emerge attraverso la celebrazione dell’amore per i libri e delle librerie indipendenti, la caccia al tesoro ricca di riferimenti letterari, diventa un gioco intellettuale che coinvolge il lettore nella ricerca degli indizi insieme a Miranda. Questo approccio interattivo contribuisce a mantenere alta l’attenzione e stimola il desiderio di scoprire cosa si nasconde dietro ogni pagina. Ma, la narrazione presenta alcune lacune, come i cambiamenti di tempo verbale e la confusione tra presente e passato, che rendono la lettura meno scorrevole e compromettono la comprensione della storia.
Nonostante il titolo accattivante e il vasto potenziale della tematica, “La libreria del tempo andato” si configura, alla fine, come un ennesimo libro sul mondo librario che non riesce a distinguersi nel panorama letterario. L’iniziale entusiasmo si dissolve progressivamente con lo sviluppo della trama, lasciando il lettore con l’impressione di una storia poco convincente e di un’opportunità mancata di esplorare appieno il fascinante universo delle librerie e dei segreti racchiusi tra le pagine dei libri.

Titolo: La libreria del tempo andato
Autore: Amy Meyerson
Prezzo copertine: € 5.00
Editore: TEA
Collana: SuperTEA
Traduttore: Storti A.
Data di Pubblicazione: 16 luglio 2020
EAN: 9788850258765
ISBN: 8850258763
Pagine: 368

Citazioni tratte da: La libreria del tempo andato di Amy Meyerson

La comprensione ci prepara al futuro. (pag 31)

Una volta, Thomas Jefferson aveva scritto che la vita e l’anima della storia dovevano restare ignote per sempre: solo i fatti – «i fatti esterni», come li chiamava lui – venivano tramandati alle generazioni successive. (pag 56)

La scienza è alla radice di ogni vita, soprattutto della mia. Sono fatto di fibre, muscoli e cervello alto due metri e mezzo, forte, con capelli di un nero lucente e denti di un cantore perlaceo, ma nonostante queste avvertenze non mi troveresti attraente. (pag 93)

«Non uscire mai con un uomo in lutto», mi mise in guardia John. «Lui si rattristerà ancor di più, e tu finirai più ubriaca che mai.» (pag 134/135)

La tristezza è come un labirinto. Lungo il percorso si commette un errori, ma prima o poi si trova l’uscita. (pag 135)

Sopravvivere significa rinascere parecchie volte. (pag 154)

La sofferenza non ha un puzzle, non è fatta di tessere da comporre per formare qualcosa di più grande. Lo sai, che stanno male anche gli altri, ma questo non ti fa sentire meno sola. (pag 208)

Tutti noi forgiamo eufemismi dietro cui nasconderci. (pag 219)

Ti parrà strano, ma la gravità di una tragedia è inversamente proporzionale a quanto se ne parla. (pag 220)

Il baseball è come la vita: devi decidere come affrontarla. (pag 273)

Katia Ciarrocchi
© Redazione Lib(e)roLibro

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