Recensione: Alex Michaelides – La paziente silenziosa


“La paziente silenziosa” di Alex Michaelides è un thriller psicologico che lascia un’impronta indelebile.
Non riesco a smettere di riflettere su ogni dettaglio e colpo di scena che mi ha tenuto incollata alle pagine. È il tipo di libro che ti tiene sveglia di notte, desiderosa di scoprire la verità nascosta tra le righe.
La trama ruota attorno ad Alicia Berenson, una famosa pittrice accusata di aver ucciso il marito Gabriel, un noto fotografo. Dopo il terribile evento, Alicia sceglie il silenzio, non pronunciando una sola parola. Quando il giovane psicoterapeuta Theo Faber si imbatte nel caso di Alicia, è determinato a scoprire la verità dietro la sua muta indifferenza. L’ossessione per Alicia e il desiderio di farla parlare diventano il motore principale della trama.
La scrittura di Michaelides è coinvolgente e la narrazione avvincente, con una prosa che cattura e trascina nella mente di Theo e Alicia. L’autore è un maestro nel creare atmosfere cupe e inquietanti, che si fondono perfettamente con il mistero che avvolge la protagonista silenziosa. Ho apprezzato particolarmente il modo in cui i flashback tra passato e presente sono stati intrecciati, permettendomi di conoscere gradualmente i dettagli che portano all’omicidio di Gabriel.
I personaggi sono ben sviluppati: Theo è un protagonista tormentato e ossessionato, con motivazioni personali che lo spingono a indagare su Alicia. Alicia, d’altra parte, è un enigma avvolto nel suo silenzio. Mi è piaciuto molto il modo in cui l’autore ha dipinto la sua psicologia e il suo turbamento emotivo attraverso il quadro inespresso.
La struttura del libro è impeccabile, con colpi di scena ben piazzati che continuano a sorprendere lungo il percorso. Non posso fare a meno di menzionare il finale, che ha superato tutte le mie aspettative.
“La paziente silenziosa” è un thriller psicologico veramente avvincente.

Titolo: La paziente silenziosa
Autore: Alex Michaelides
Prezzo copertina: € 13.50
Editore: Einaudi
Collana: Super ET
Traduttore: Pezzani S.
Data di Pubblicazione: 10 marzo 2020
EAN: 9788806244583
ISBN: 8806244582
Pagine: 352

Citazioni tratte da: La paziente silenziosa di Alex Michaelides

Una volta che dai un nome a qualcosa, non riesci piú a considerarla nella sua interezza o a capire perché è importante. Ti concentri sulla parola, che è davvero solo la parte minore, la punta dell’iceberg. Non mi sono mai trovata a mio agio con le parole – penso sempre per immagini, mi esprimo attraverso le immagini –

Come disse lo psicanalista Donald Winnicott: «Non esiste il bambino come entità a sé». Lo sviluppo delle nostre personalità non ha luogo nell’isolamento, ma ciascuna è in relazione alle altre. A plasmarci e a completarci sono forze invisibili di cui non si ha memoria. Nella fattispecie, i nostri genitori.
È che fa paura per ovvie ragioni: chi può sapere quali offese, quali tormenti e violenze abbiamo subito in questo luogo che precede la memoria? Il nostro carattere si è formato senza che ce ne rendessimo conto.

Pensai a Ruth, la mia vecchia psicologa. Cosa avrebbe detto? Diceva sempre che l’uomo è fatto di parti diverse, alcune buone, altre cattive, e che una mente sana è in grado di tollerare questa ambivalenza e di destreggiarsi tra il buono e il cattivo. La malattia mentale sta esattamente nell’assenza di questo tipo di equilibrio: finiamo per perdere il contatto con le parti intollerabili di noi stessi.

Quanto dolore c’è nel mondo e per non vederlo chiudiamo semplicemente gli occhi. La verità è che abbiamo paura. Abbiamo il terrore gli uni degli altri.

Ricordati: un amore che non implichi onestà non merita di essere chiamato amore.

Nessuno nasce malvagio. Come disse Winnicott: «Un bambino non può odiare sua madre senza che prima la madre odi il bambino».
Da bambini siamo come spugne innocenti, una tabula rasa, mossi soltanto da istinti elementari: mangiare, cagare, amare ed essere amati. Ma, a seconda delle circostanze in cui nasciamo e del contesto familiare in cui cresciamo, qualcosa può andare storto. Una bambina molestata e abusata non riuscirà mai a vendicarsi, perché impotente e indifesa, però può – e deve – coltivare nella sua immaginazione fantasie di vendetta. La rabbia, come la paura, è di natura reattiva.

Katia Ciarrocchi
© Redazione Lib(e)roLibro

* Nelle citazioni riportate, non ci sono i riferimenti alle pagine, perché ho ascoltato il libro su Audible.

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