Cinema: Agnus Dei di Anne Fontaine


Recensione del film “Agnus Dei” regia di Anne Fontaine

Il dramma delle suore madri
Madeleine Pauliac è l’eroina di una storia vera di gravidanza e fede, violenza, reticenza e soccorso. Primario della Croce Rossa in missione tra Russia e Polonia per gestire il ritorno dei soldati francesi a fine Seconda guerra mondiale, nei suoi diari menziona il convento visitato prima dai soldati tedeschi e poi dai russi: 25 suore stuprate, alcune fino a 40 volte, molte uccise, molte incinta. Fredda e precisa nel riprendere il drammatico paradosso tra maternità e castità nella silenziosa vita del convento in un gelido inverno del ’45, la Fontaine (sua la sceneggiatura, con Pascal Bonitzer) ricostruisce l’intervento dolce e determinato del medico, la pressione di omertà della madre superiora, le incursioni dei militari di Stalin, i rifiuti d’assistenza delle suore e l’evento pressoché collettivo, prodigioso, delle nascite. Difficile sostenere che esiste una regia femminile distinta da una maschile, ma c’è da discutere davanti alle sequenze di confessione di dolore e vergogna, dei parti tormentati e dell’accettazione del destino. Cast formidabile, episodio tremendo di ieri per il tremendo di oggi.

Silvio Danese

agnusdeiTitolo originale: Agnus Dei
Nazione: Francia, Polonia
Anno: 2016
Genere: Drammatico
Durata: 115′
Regia: Anne Fontaine
Cast: Lou de Laâge, Agata Buzek, Agata Kulesza, Vincent Macaigne, Joanna Kulig, Eliza Rycembel, Katarzyna Dabrowska, Anna Próchniak, Helena Sujecka, Mira Maluszinska

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