A cura di Gordiano Lupi
Gennaro Righelli (1886 – 1949) è un regista che con la sua produzione attraversa la stagione pioneristica del cinema italiano, le due guerre mondiali e il primo dopoguerra. Autore prolifico, passa dalla Cines, alla Vesuvio Film, infine alla Tiber, scrive sceneggiature fin dal 1909, si ispira a opere letterarie (Il viaggio, 1921) e al melodramma (Cainà – La figlia dell’isola, 1922). Il suo primo film è Giovanna la pallida (1911) e – secondo la stima di Roberto Poppi – firma cinquanta pellicole in diciotto anni, risultando uno dei più prolifici autori del periodo. Marito della nota attrice Maria Jacobini (1892 – 1944), che dirige in diverse pellicole targate Vesuvio, lavora in Germania dal 1923 al 1929 per scampare alla crisi del cinema nazionale. Dirige il primo film sonoro italiano (La canzone dell’amore, 1930) e si specializza in film melodrammatici e commedie popolari. Tra le sue opere migliori: Pensaci, Giacomino! (1936), tratto dalla commedia di Luigi Pirandello, Quei due (1935), Colpo di timone (1942), lavori di impostazione comico – regionale. Nel dopoguerra riscuote grande successo con il dittico di commedie Abbasso la miseria! (1945) e Abbasso la ricchezza! (1946), entrambe interpretate da una grande Anna Magnani, che alterna il registro comico a quello drammatico. Il suo ultimo film è Il corriere del re (1947).
Abbasso la miseria! è prodotto dalla Lux Film di Riccardo Gualino in collaborazione con la Domus Film, girato per gli interni negli stabilimenti Titanus e per gli esterni tra Roma e Napoli, presentato in prima nazionale il 14 novembre 1945. Neorealismo rosa ante litteram, a tratti musicarello atipico, prima del tempo, commedia piacevole e scanzonata, ma anche storia sentimentale dai risvolti leggeri, racconto a lieto fine. Gennaro Righelli si conferma uno dei registi più preparati del periodo storico, ci lascia troppo presto, muore a sessantacinque anni, dopo aver girato due successi commerciali (meno di critica) interpretati da Anna Magnani.
Abbasso la miseria! è la storia di due autisti che alla fine della seconda guerra mondiale trafficano in borsa nera, mettendo di mezzo il padrone dei camion per cui lavorano, ma un bel giorno sono coinvolti da un losco figuro in un traffico di denaro falso. Filo conduttore sentimentale del film è un bambino trovatello napoletano (Chiari), che Giovanni (Besozzi) e Nannina (Magnani) adottano come un figlio, ma che alla fine trova il vero padre. Festa per tutti dopo un accenno di melodramma, perché il padre del bambino assume Giovanni nella fabbrica di Torino e risolve tutti i problemi economici. Molto bravi gli attori, su tutti giganteggia Anna Magnani, cantante fallita che ama gorgheggiare stornelli e romanze d’opera, sposata a un torinese ingenuo, tutto sommato innamorata. La Magnani dà vita a un personaggio di donna ruvida, colpita negli affetti dalla morte di un figlio, che fatica a mostrare il suo lato sentimentale.
Bravo anche Virgilio Riento, amico truffaldino di Nino Besozzi. Bello scambio di battute in galera con Aldo Silvani: “Conosco il codice come la mia fame”. Obiezione di Riento: “Perché sei qui dentro?. Risposta: “Perché la porta è chiusa”. Fotografia in bianco e nero fantastica, macerie e case diroccate, panorama napoletano e romano che fa compiere un tuffo nel passato, spaccato d’epoca per non dimenticare. Montaggio rapido ed essenziale. Sceneggiatura non priva di ingenuità, ma che non mostra la corda, per una pellicola invecchiata molto bene. Incasso favoloso per i tempi: 35 milioni e cinquecentomila lire.
Morando Morandini concede due stelle di critica e tre di pubblico. “Una delle prime commedie neorealiste in bilico tra il vecchio (le commedie anni Trenta di Righelli) e il nuovo (la riconoscibilità dell’ambientazione sociale: il quartiere dove tutti si conoscono e litigano alla maniera di Goldoni). Film ibrido con qualche gag azzeccata e il personaggio di Riento, modello di futuri tiretti dell’arte di arrangiarsi. Un po’ in ombra la Magnani”. Non condividiamo: la Magnani è fantastica. Pino Farinotti conferma le due stelle, ma non commenta, mentre Paolo Mereghetti ribassa a una e mezzo: “Tipica commedia postbellica dal sapore dolceamaro che scherza sulle differenze regionali dei protagonisti. Giovanni è il lombardo lavoratore un po’ ingenuo, sua moglie una borgatara romana intemperante e ciarliera, il trovatello un napoletano abilissimo a trarsi sempre d’impaccio” Aggiungiamo il napoletano scaltro, interpretato da Riento e il racconto scanzonato dell’arte di arrangiarsi.
Il successo della commedia produce una sorta di sequel apocrifo: Abbasso la ricchezza! (1946), interpretato da Anna Magnani, Vittorio De Sica, Virgilio Riento, Laura Gore, Zora Piazza, John Garson, Vittorio Mottini, Domenico Gambino, Vito Chari e Galeazzo Benti. Il film è migliore del precedente, per l’interpretazione di una superlativa Anna Magnani, fruttivendola arricchita con il mercato nero che delizia il pubblico cantando Quanto sei bella Roma e ballando il boogie.
Regia: Gennaro Righelli. Soggetto: Gennaro Righelli. Sceneggiatura: Gennaro Righelli, Nicola Fausto Neroni. Fotografia: Rodolfo Lombardi. Montaggio: Duilio Lucarelli. Scenografia: Gino Brosio. Musiche: Umberto Mancini. Produzione: Lux Film, Domus Film. Distribuzione: Lux Film. Interpreti: Anna Magnani, Nino Besozzi, Virgilio Riento, Vito Chiari, Sandro Ruffini, Lauro Gazzolo, Aldo Silvani, Vittorio Mottini, Checco Duirante, Giuseppe Pierozzi, Maria Lopez, Dina Romano, Claudio Ermelli, Felice Romano, Mario Castellani, Dino Di Luca. Genere: Commedia. Durata: 90’. Colore: Bianco e Nero.
Gordiano Lupi
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