RecensioniTeatrali: Feltrinelli, una storia contro-Vita e morte di un anarchico miliardario


Haiku per Piazza Fontana

Fra gelo e fuoco
Mordeva inverno l’anima
Piazza Fontana

Scintille e schegge
Moriron diciassette
Il sangue ovunque

La neve sporca
Nella città malata
Folli sirene

Gli alberi nudi
Un viaggio alla questura
Pino l’anarchico

L’ultimo volo
Finestre nella notte
Testa spaccata

Parole al vento
Le luci del Natale
Nebbia nel cuore

Passano gli anni
Rose ancora fioriscono
Ma i morti chiamano

Un vento il tempo
Pietrose rughe il cielo
Dov’è giustizia?

Cade la notte
Ancora vola Pino
Memoria storta

Dicembre, il dodici
L’oscura atroce mano
Pose la bomba

Corpi sventrati
Arti scossi, lamenti
Ombre, dolore

Fra gelo e fuoco
Mordeva inverno l’anima
Piazza Fontana

Alberto Figliolia (da Fra la neve che cade, Albalibri, 2016)

Storie che s’intrecciano nel panorama della Storia. Episodi cupi, devastanti, oltremodo drammatici, sia a livello individuale sia per la coscienza collettiva, nazionale. Piazza Fontana, di cui cade il cinquantesimo anniversario, docet… Stragi, connivenze di Stato, servizi segreti deviati, schegge neo-fasciste, le BR, preludio ai cosiddetti anni di piombo che poi esplodono con ogni contraddizione politica, e in tutto ciò a percorrere un vastissimo tratto di quell’orizzonte lo sguardo di una figura titanicamente tragica, quale quella dell’idealista, editore, imprenditore di successo e rivoluzionario Giangiacomo Feltrinelli.
In gioventù fascista, poi, ripudiata quell’ideologia, addirittura partigiano, Giangi, schierato ormai a sinistra nel dopoguerra, avrebbe fondato nel 1954 la casa editrice omonima, baciata da grandi successi – vedi la pubblicazione de Il dottor Živago e de Il Gattopardo – fino, nell’incipit dei Settanta, alla svolta della clandestinità con la creazione dei Gruppi d’Azione Partigiana, una sorta di ripresa, nel nome, dei Gruppi d’Azione Partigiana attivi nella Resistenza italiana. Infine la morte, il 14 marzo 1972, ammantata di mistero. Il corpo di Feltrinelli fu ritrovato ai piedi di un traliccio dell’Enel nella periferia milanese. Morte accidentale nel tentativo di compiere un attentato? Assassinio? In un sopralluogo successivo sarebbe arrivato il commissario Luigi Calabresi. Un crudele funesto fatale cerchio…
Feltrinelli, una storia contro-Vita e morte di un anarchico miliardario, in scena martedì 10 dicembre (ore 21) al Teatro del Vigentino di Milano, racconta l’aspra, interessante e dolorosa vicenda esistenzialpolitica dell’editore intraprendente e illuminato da un lato, dell’uomo controcorrente, del ribelle antisistema dall’altro, il quale finisce per operare una scelta estrema. Il monologo è stato scritto da Mauro Monni che lo dirige e lo interpreta pure.
Uno spettacolo, va ricordato, che ha raggiunto le 270 repliche in Italia e che nel corso degli anni ha ricevuto vari premi e riconoscimenti.
La parola a Mauro Monni: “Scrivo da tanto per l’editoria e per il teatro e mi è sempre piaciuta l’idea di raccontare la memoria storica. Tutti i miei spettacoli nascono da ciò che è stato. Anziché sintetizzare attraverso cronologia o numeri preferisco però sempre umanizzare il contesto storico. Non è un caso tornare a Milano – dopo il tutto esaurito del 2008 al Teatro Libero – perché metà spettacolo parla della strage di piazza Fontana, di cui Giangiacomo Feltrinelli fu accusato di essere il mandante (almeno era ciò che lui temeva, nda) e di cui ricorreranno a breve i cinquant’anni.  Ho voglia di riportare questo spettacolo a Milano perché parla di Milano. E perché questa strage in particolare fu definita in un processo “quella per cui l’Italia perse la verginità”. Perché non fu contro un politico o un sindacato, ma contro gente comune: morirono persone che non avevano niente a che fare con la politica. La prima strage che vide intessere rapporti tra apparati italiani e stranieri con conseguente scelta da parte del governo di allora di oscurare tutto, incolpando Pinelli e Valpreda, semplici palliativi espiatori per depistare. Adoro, tanto più in questa ricorrenza, rievocare la figura di Giangiacomo Feltrinelli: un uomo ricco che, anziché godersi semplicemente la vita, decise di prendere posizione creando una casa editrice per dare voce, dalla metà degli anni ’50, a tante realtà dimenticate. E poi la fama mondiale con quel libro scomodo, Dottor Zivago, col quale si mise contro il Partito Comunista, Togliatti e la Russia. Nel monologo racconto anche come è nata la pubblicazione de Il Gattopardo, altro libro che lo ha reso celebre in tutto il mondo, cinema compreso. E attraverso i libri di Feltrinelli, uomo di mondo che ha tentato di combattere lo status quo dell’epoca in maniera visionaria – compresa l’idea folle di voler importare la rivoluzione in Italia, atteggiamento che gli costerà non poco – si finisce per dipingere di conseguenza anche l’Italia repubblicana dalla fine della monarchia e la nascita del Parlamento fino alla latitanza di Feltrinelli subito dopo i fatti di Piazza Fontana e la tragica fine. Un quadro italiano raccontato attraverso la figura dell’editore Feltrinelli che però non si conclude con la sua morte, ma vive ancora oggi attraverso le celebri pubblicazioni della sua casa editrice”.
Mauro Monni è artista di rara versatilità: scrittore, attore e regista, che nel teatro-racconto ha saputo interpretare con finissima sensibilità testi di Calvino, Wilder, Pavese, Shakespeare, Wilde, Tolkien, De Luca e Culicchia. Ha trattato in teatro anche l’altra terribile vicenda di Moro prigioniero delle Brigate Rosse. Dal 2006, inoltre, collabora col MIUR, Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, per il quale ha svolto, corsi di formazione relativi all’accoglienza sociale tra ragazzi, al cyberbullismo e alla dispersione scolastica. Sempre per MIUR ha realizzato un percorso formativo rivolto ai detenuti stranieri della Casa Circondariale La Dogaia di Prato. Per la Rai dal 2014 al 2016 ha curato la regia teatrale della diretta da Firenze della trasmissione Palermo chiama Italia in occasione dell’anniversario della strage di Capaci.
Decisamente non mancano i motivi d’interesse. Oltre a sondare la geniale e pur controversa figura di Giangiacomo Feltrinelli, intellettuale di gran vaglia e  tragico rivoluzionario, il monologo ha il gran merito di tentare di dissipare la nebbia e le tenebre dell’ignoranza storica, proprio quel che fa male al presente e alle più giovani generazioni. Quell’ignoranza che consente la rinascita di un nuovo violento credo fascista con tutti i pericolosi germi da esso veicolati, razzismo e antisemitismo compresi.
Uno spettacolo da vedere.

Alberto Figliolia

Feltrinelli, una storia contro-Vita e morte di un anarchico miliardario. Martedì 10 dicembre, ore 21. Teatro del Vigentino, via Matera 5/7, Milano (zona Ripamonti).
Prenotazioni e informazioni: e-mail prenotazioni@teatrodelvigentino.it (specificando nome e cognome e quanti posti), sito Internet www.teatrodelvigentino.it, tel. 0255230298.
Prezzi: intero € 12,00, ridotto € 10,00 (studenti sotto i 25 anni e over 65).

 

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