Recensione: Erich Maria Remarque – Ama il prossimo tuo 1


Una vita da migranti irregolari
Negli anni che di poco precedono lo scoppio della seconda guerra mondiale una variegata umanità è alla disperata ricerca di un luogo in cui sostare, liberi e senza timori; respinti da ogni paese, vivono quasi sulle frontiere gli ebrei tedeschi e gli oppositori del regime nazista, di volta in volta espulsi da Cecoslovacchia, Austria, Svizzera e Francia e sempre pronti a ripassare i confini degli stati, impauriti, impoveriti e privi di speranza, in una sorta di girone infernale. E’ di questi che parla Ama il prossimo tuo e in particolare di Kern, mezzo ariano e mezzo ebreo, di Ruth, solo ebrea, e di Steiner, un antinazista. Cacciati senza documenti dalla Germania non fanno altro che passare da Stato a Stato alla vana ricerca di un visto di soggiorno e di un permesso di lavoro; sopravvivono con il poco che hanno, si adattano ai lavori più umili e ognuno ha lasciato qualcosa in Germania, un familiare, un amico, il ricordo di tempi migliori. Kern e Ruth sono molto giovani e diventano amanti, un tenero e dolce amore che riesce a far apparire l’esistenza meno grama, Steiner, che è più anziano e che ha dovuto lasciare in patria l’amata moglie, uomo navigato e d’esperienza diventa il padre putativo di loro due. Le vicende della vita ogni tanto li allontanano, li separano, ma poi finiranno sempre con il ricongiungersi, come una famiglia i cui componenti, fuori casa per motivi di lavoro, si ritrovano la sera. Sono momenti di autentica gioia quando si rivedono e sempre Steiner stende le sue ali protettrici su quei due ragazzi, su quei compagni di sventura che ha entusiasticamente adottato. Dentro e fuori dalle prigioni dei vari stati  i periodi di detenzione sono l’occasione per conoscere altri sventurati come loro, ognuno con una sua storia ben definita; sarà tuttavia a Parigi, in una Parigi fervente di lavoro per l’Esposizione Universale che finiranno tutti quasi per darsi appuntamento e sarà così l’occasione per fare conoscenza di altri personaggi, come Moriz Rosenthal, per tutti Papà Moritz, anziano e malato, il simbolo dell’ebreo errante. Si vive alla giornata, qualche volta c’è anche un po’ di allegria, ma più spesso regna la malinconia, per quell’impossibilità di essere cittadini normali, per la condizione di essere migranti eternamente. A volte, però, può capitare che il cielo scenda sulla terra e che avvenga un autentico miracolo e così accade; infatti Kern e Ruth, grazie anche alla disponibilità di Steiner, potranno finalmente andare dove nessuno più li caccerà, una nota di speranza in un romanzo che ancora una volta testimonia le grandi qualità di scrittore di Erich Maria Remarque.

Titolo: Ama il prossimo tuo
Titolo: Eric M. Remarque
Prezzo copertina: € 9.00
Editore: Mondadori
Collana: Oscar scrittori moderni
Edizione: 12
Data di Pubblicazione: gennaio 2001
EAN: 9788804492801
ISBN: 8804492805
Pagine: 416

Erich Maria Remarque, combattente nella prima guerra mondiale, fu più volte ferito. Giornalista a Berlino, lasciò la Germania all’avvento del nazismo e nel 1939 si stabilì a New York, dove prese la cittadinanza americana. Raggiunse un vasto successo con il romanzo Niente di nuovo sul fronte occidentale (Im Westen nichts Neues, 1929), radicale condanna della guerra e amara analisi delle sue spaventose distruzioni materiali e spirituali. Seguirono, sempre ispirati a ideali pacifisti e di solidarietà umana, Tre camerati (Drei Kameraden, 1938), Ama il prossimo tuo (Liebe deinen Nächsten, 1941), Arco di trionfo (Arc de Triomphe, 1947), Tempo di vivere, tempo di morire (Zeit zu leben und Zeit zu sterben, 1954), La notte di Lisbona (Die Nacht von Lissabon, 1963) e Ombre in paradiso (Schatten im Paradies, postumo, 1971). Numerosi romanzi di R. sono stati ridotti per il cinema.

Renzo Montagnoli – Sito

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Un commento su “Recensione: Erich Maria Remarque – Ama il prossimo tuo

  • Marco

    Appena finito di leggerlo. I libri di Remarque per me son magici portali per malinconici mondi, chiusi i quali terminano avventure divenute parte di me. Se non combino niente di nuovo in questa vita mia, di sicuro avrò potuto sperimentarne queste altre, degne e formative, scritte ormai le prime quasi un secolo fa.. riaprire un libro a distanza di anni è riemergere fuori dal tempo, e ritrovare sensi ed emozioni fisse, eterne.
    I racconti di Remarque, come di altri, per me son questo, son un diversamente vivere l incertezza di questi anni sfuggono via, allo specchio vedermi negli occhi un rimpiangente sognatore.